Progetto Omega: Cia Umbria, i risultati della sperimentazione in un convegno

Oliveti che producono di più, senza perdere la qualità elevata e la sostenibilità ambientale. Grazie al Progetto Omega, di cui Cia Umbria Servizi è partner, l’Umbria diventa un modello dell’olivicoltura moderna in Italia e non solo.

La sperimentazione è durata quattro anni, i risultati sono stati presentati nel convegno ‘Modelli per una moderna filiera olivicolo-olearia: produttiva, di qualità e sostenibile’al Teatro Clitunno di Trevi. Ha partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni. Il progetto fa parte del Piano nazionale per il settore olivicolo-oleario del Mipaaf, il progetto umbro è stato finanziato dalla Misura 16.2.1 del Psr 2014-2020.

Attraverso la cooperazione di un polo di imprese agricole e agroalimentari umbre -capofila l’Organizzazione dei produttori olivicoli olive ed olio-, i Dipartimenti di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (DSA3) e Ingegneria Civile ed Ambientale (DICA) dell’UniPg, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e la collaborazione dell’Istituto per i Sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo e dell’Istituto di bioscienze e biorisorse, è stato possibile acquisire una serie di innovative indicazioni per rendere più sostenibili ed efficienti le attività produttive.

“In particolare – ha spiegato il Franco Famiani, coordinatore scientifico del progetto – sono stati messi a punto dei modelli basati su un sinergico impiego di più tecniche (fertirrigazione, concimi organici, biostimolanti, micorrize) per la gestione dei nuovi impianti intensivi (300-400 piante/ha), realizzati con le varietà umbre più importanti, ma potenzialmente impiegabili con tutte le varietà, che permette di ridurre significativamente il tempo per raggiungere la piena produzione. Sono state, inoltre, individuate le varietà umbre/italiane più promettenti per la realizzazione di nuovi oliveti ad alta densità, contribuendo così ad una via italiana a tale tipologia di impianti. Sono state fornite indicazioni per il miglioramento dell’impollinazione. In aggiunta, sono stati prodotti dei modelli per razionalizzare/migliorare la gestione degli oliveti esistenti, in modo da aumentarne la produttività e la sostenibilità ambientale ed economica. In particolare, sono state prodotte indicazioni per: un’ottimale gestione delle chiome (potatura), in maniera da esaltare le potenzialità produttive degli alberi e la qualità del prodotto ottenuto; un efficace e più sostenibile controllo delle avversità, quali occhio di pavone e mosca delle olive, attraverso una riduzione dell’impiego del rame e un aumento dell’impiego di mezzi di controllo naturali; una più efficiente meccanizzazione della raccolta mediante un’ottimale strutturazione delle piante; una razionale gestione dei tempi di conservazione delle olive, in funzione del sistema di raccolta utilizzato, per non avere negative ripercussioni sulla qualità dell’olio estratto”.

“Infine, – ha concluso Famiani – sono state prodotte conoscenze utili allo sviluppo di nuove tipologie di olio di oliva extravergine di alta qualità, attraverso l’uso di varietà minori caratterizzate da oli con specifiche peculiarità e/o l’introduzione di innovazioni nel processo di estrazione. Indicazioni sono state fornite anche sul packaging per la migliore conservazione della qualità acquisita”.

“Oggi – ha dichiarato il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini – abbiamo organizzato un momento di riflessione con i massimi esponenti a livello nazionale ed europeo per una coltura che riteniamo essere una delle migliori eccellenze del nostro territorio. È attraverso il trasferimento delle conoscenze dal mondo scientifico alle imprese agricole che riusciamo a migliorare le performance aziendali in tema economico, passando per l’organizzazione aziendale, il lavoro sul campo, l’efficientamento energetico e la qualità del prodotto finale”.

Il progetto Omega, ideato nel 2016 e partito ufficialmente nel 2018, terminerà ufficialmente a fine dicembre 2021.

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