Aphel: il robot-assistente dei reparti di Pediatria

Parla e fa domande, regala abbracci, gioca e riesce anche a ballare. È il robot umanoide integrato nella piattaforma di intelligenza artificiale Aphel. Realizzata dalla società pugliese Predict con l’obiettivo di supportare pazienti e personale sanitario, è da più di un anno al servizio della medicina pediatrica in due strutture all’avanguardia in Italia, rispettivamente a Taranto e a L’Aquila.

Il robot, secondo i dati pubblicati sul portale “Salute, sport e buona vita” della Regione Puglia, ha realizzato nel solo ospedale pugliese ben 3.282 interazioni di vario tipo con i bambini. In totale ben 17.280 minuti di “robot therapy” tra giochi (oltre 100), più di 150 balletti e 119 video mostrati.

Le funzioni e gli ambiti di applicazione della tecnologia

La tecnologia innovativa permette innanzitutto di raccogliere e fornire ai medici informazioni sui pazienti, attraverso l’intelligenza artificiale e l’interazione vocale”, spiega il project manager di Aphel, Marco Morisco.

Aphel rivolge domande e chiede nome ed età dei pazienti ed è in grado di accompagnarli in totale autonomia. Resta assieme a loro durante lo svolgimento degli esami, compresi quelli che prevedono l’esposizione a sorgenti radiogene e isolamento o in caso di consulti medici che avvengono a distanza”, prosegue. “Il robot umanoide, inoltre, sorveglia i pazienti durante le cosiddette ronde nei reparti trasmettendo le immagini in streaming e attraverso strategie multisensoriali offre un supporto di tipo ludico ai bambini. Questo tipo di interazione vocale consente anche di misurare la soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari in modo tale da migliorare i servizi e quindi il livello di gradimento”, conclude Morisco.

Aphel nel reparto di Oncoematologia pediatrica di Taranto

Dal mese di luglio 2020 Aphel è una presenza allegra che affianca il team di medici e infermieri del reparto di Pediatria e Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto intitolato alla giornalista Nadia Toffa.

La conduttrice de Le Iene, scomparsa prematuramente a causa di un tumore, dopo aver raccontato le sofferenze dei bambini e dei genitori di Taranto, aveva sostenuto la nascita di un polo oncologico nella città ionica, promuovendo la raccolta fondi “Ie jesche pacce pe te!”.

Per i piccoli pazienti, Aphel è diventato l’amico che si incontra ogni giorno lungo i corridoi del reparto: li saluta con un sorriso, si presenta con il suo nome, chiede loro come stanno, li accompagna a visite mediche, prelievi, aspirati del midollo, biopsie e gastroscopie. E li coinvolge in una serie di attività che uniscono il gioco all’apprendimento, invitandoli a interagire con il touch screen del suo volto.

Aphel offre sicuramente un aiuto e un sostegno ai bambini ricoverati, sottoposti a un periodo di stress e paura durante il ricovero, perché allevia i timori e restituisce una dimensione di serenità, in grado di farli sentire in un ambiente più a misura di bambino”, spiega il dottor Valerio Cecinati, direttore del reparto. “Ci sono, inoltre, vantaggi per il personale sanitario legati all’aiuto che arriva nella fase dell’interazione con i bambini e le loro famiglie e al fatto che Aphel riesce a spezzare la routine quotidiana del reparto”, conclude.

L’importanza di questa innovativa tecnologia è sottolineata anche dalla psicologa, psicoterapeuta e psiconcologa d.ssa Maria Montanaro, che lavora nello stesso reparto di Pediatria di Taranto: “Aphel è stato un valido supporto non farmacologico per aiutare i bambini in età prescolare e scolare ad affrontare l’ansia e ha favorito l’accoglienza e l’adattamento al contesto ospedaliero, sia nei casi di accessi in day hospital che di degenza”, spiega Montanaro.

Il potenziale di Aphel per le malattie dello spettro autistico

Le difficoltà nello stabilire relazioni sociali e comunicazioni interpersonali tipiche dei bambini autistici, può trovare nella relazione con una macchina parlante come Aphel un valido supporto. Ne sono convinti i responsabili del Centro di riferimento regionale per l’autismo dell’ospedale San Salvatore de L’Aquila.

In questo caso l’inserimento nei reparti della piattaforma di intelligenza artificiale è ancora in una fase embrionale ma gli sviluppatori di Predict, in collaborazione con l’équipe del Centro di ricerca sull’autismo del Dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologie dell’Università degli Studi de L’Aquila, stanno portando avanti delle ricerche che sembrano incoraggianti.

La tecnologia, infatti, è in grado di incidere sullo sviluppo cognitivo, linguistico e sociale dei bambini e dei ragazzi tenuto conto della confidenza e della dimestichezza che i giovanissimi hanno nell’uso degli smartphone e dei computer. Studi recenti dimostrano come i pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico rispondono efficacemente agli stimoli offerti dagli strumenti informatici. Aphel ne è una prova.

Il robot parla con i pazienti in maniera chiara e strutturata, con il supporto di stimoli visivi rappresentati dal movimento degli occhi e della bocca sullo schermo touch screen del viso e stimola l’interazione anche sotto forma di gioco.

Così facendo, con un’impostazione ludica, Aphel somministra ai piccoli pazienti una serie di test i cui risultati diventano base per l’attività clinica e di ricerca sui disturbi dello spettro autistico con l’obiettivo di potenziarne l’impiego nell’area cognitiva, così come in quelle affettivo-emozionali, dalla didattica alla comunicazione, dal linguaggio all’ambito sociale.

La prospettiva di medio termine sarà quella di utilizzare Aphel anche nei servizi riabilitativi nel Centro di riferimento regionale per l’autismo dell’ospedale San Salvatore a L’Aquila.

Il contributo degli studenti di liceo pugliesi

Aphel ha concluso il suo 2021 con un progetto pilota presso il Liceo scientifico Einstein di Molfetta (Ba). Gli ingegneri e programmatori di Predict hanno pensato che, per arricchire la dotazione di giochi, racconti e soluzioni interattive da fai “interpretare” da Aphel, fossero molto più idonei dei diciottenni ancora in età scolare. Ragazze e ragazzi in grado di elaborare storie tra realtà e fantasia, con un linguaggio moderno, a misura di bambini e ragazzi più piccoli ma certamente più vicini anagraficamente a dei liceali.

L’idea di Monica Carella e Nicoletta Lorusso è stata subito accolta dalla dirigente scolastica del Liceo Einstein, Giuseppina Bassi la quale ha particolarmente apprezzato la valenza sociale alla base del progetto.

Gli studenti del biennio – ha affermato – sono impegnati nell’implementazione delle attività interattive di Aphel destinate ai piccoli pazienti”, spiega. “I ragazzi stanno elaborando dei racconti per coinvolgere i bambini attraverso un’esposizione linguistica cucita su misura, dopo aver avuto modo di trascorrere due giornate con il robot”. La prima il 10 dicembre, e l’altra il 12 in occasione dell’open day della scuola. “Hanno accolto Aphel con enorme entusiasmo, incuriositi dalla tecnologia e in modo particolare dal fatto che la piattaforma di intelligenza artificiale consente ad Aphel di abbracciare chi ha davanti, di muovere gli occhi, di parlare e fare domande”, prosegue la dirigente.

La conoscenza di Aphel offre ai ragazzi anche la concreta possibilità di sviluppare competenze scientifiche specifiche in ambito scolastico nel settore della robotica in un contesto umanistico, creando un legame stretto, unico e dalla forte valenza sul piano sociale”.

L’iniziativa è stata anche inserita nel progetto del Parlamento europeo Europe4Future e Predict sta lavorando per duplicare questa iniziativa in altre scuole superiori pugliesi.

 

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