Acquisti di Natale: i piemontesi tornano a spendere

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I piemontesi hanno voglia di festa nonostante la variante Omicron del covid. La spesa media per Natale sarà di 238 euro a persona, ancora al di sotto peraltro di quelle medie degli anni precedenti alla pandemia. Il sondaggio è stato condotto da Swg per Confesercenti Torino.

A frenare la voglia di fare regali, al primo posto, quest’anno non c’è più il covid, ma l’aumento dei prezzi (56 per cento), poi la situazione economica personale (38 per cento), quindi il contagio (28 per cento). Al 26 per cento troviamo le file per gli acquisti, che rispondo sempre alla logica della paura di ammalarsi. La buona notizia per i negozianti è che si torna ad acquistare nei luoghi fisici. L’online resta il canale preferito (59 per cento), ma la voglia di farsi impacchettare i doni in un negozio schizza dal 40 al 57 per cento. In aumento anche i centri commerciali (dal 25 al 49 per cento), così come i mercatini di Natale che si attestano al 20 per cento.

I piemontesi faranno sei doni a testa per 238 di budget complessivo. Il 17 per cento acquisterà regali sotto i 100 euro, un 22 per cento tra i 100 e i 200 euro, il 21 per cento salirà ancora, dai 200 ai 300. Un 11 per cento non farà regali, un 20 per cento non ha ancora fissato il limite di spesa massimo.

La moda fa il boom: il 36 per cento dei doni riguarderà un capo d’abbigliamento, il 18 per cento un accessorio, il 12 per cento scarpe (66 per cento totale). A seguire la gastronomia (36 per cento), con i vini al 21 per cento. Terzi gli intramontabili libri, scelti dal 35 per cento della clientela. E poi videogiochi (25 per cento), tecnologia (23 per cento), elettrodomestici (18 per cento), arredamento e prodotti per la casa (17 per cento) e viaggi (8 per cento).

Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte, commenta: “Il quadro che emerge dà un’iniezione di fiducia: stiamo imparando a gestire l’emergenza e i consumatori quest’anno affrontano il periodo delle feste di fine anno con la consapevolezza delle difficoltà ma anche con la voglia di passare un Natale normale. Merito dell’assenza di restrizioni, a sua volta dovuta all’introduzione del green pass, che garantisce sicurezza nello shopping. Questo non vuole dire che la crisi sia finita: rispetto al periodo pre-pandemia, si tratta ancora di un Natale sotto tono, ma i segnali sono incoraggianti. Ora è fondamentale non dissipare il tesoretto di fiducia accumulato per le feste, evitando nuove restrizioni e accelerando i richiami vaccinali. Particolarmente significativo il piccolo boom dell’abbigliamento, che premia uno dei settori che in questi anni è stato più in difficoltà, anche prima della pandemia. I libri confermano invece il buon risultato che ha caratterizzato il settore anche durante la pandemia. Ancora poco scelti i viaggi, a riprova che il timore diffuso della pandemia continua a condizionare negativamente il settore del turismo”.

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