Umbria: incontro con le banche, sindacati bancari scrivono a Tesei

“Gentile Governatrice,
apprendiamo dalla stampa del recente incontro con alcuni esponenti rappresentanti il “mondo delle Banche”; le scriventi segreterie regionali umbre di Fabi, Firsl Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin sono dispiaciute per non aver potuto contribuire alla discussione che si è tenuta per prendere atto di una situazione che noi denunciamo da quasi un decennio”.

Comincia così la lettera inviata dalle organizzazioni sindacali alla governatrice della Regione Umbria, Donatella Tesei: “Ci teniamo in particolare a rivendicare la paternità dell’iniziativa strategica del ‘tavolo del credito’ del quale si è ripetutamente chiesta, senza esito, la convocazione, non già per dare atto dei fenomeni in corso, ma per governarne le ricadute e prospettare possibili soluzioni. Con altrettanta sollecitudine da oltre un anno le scriventi segreterie regionali dei sindacati dei bancari le hanno chiesto invano un incontro volto a cercare soluzioni capaci di governare i processi di cui oggi si prende coscienza”.

“Oggi, dopo aver già fatto, con iniziative da noi promosse sul territorio, nelle comunità, e recentemente in alcune sedi istituzionali, incontri per trattare le questioni che Lei ritiene aver rilevato, ci teniamo suggerirle un approccio orientato al territorio in maniera strategica e non contingente ed estemporaneo Il sistema del credito e gli organismi regolatori non si chiamano per domandare dove siano andati, piuttosto si dovrebbe interagire preventivamente per manifestare le esigenze delle comunità che si governano cercando di contemperarle con le scelte delle aziende che su tali comunità operano”.

“Noi che conosciamo le Aziende di credito, il sistema economico loro, il territorio dove diffusamente viviamo e lavoriamo, i lavoratori che compongono il tessuto sociale, industriale e finanziario, Le diciamo che non è sufficiente avere spiegazione del fenomeno della desertificazione Bancaria da parte dei registi, ma occorre valutarne e governarne preventivamente le ricadute sul territorio, che non sono solo gli effetti occupazionali di cui noi internamente ce ne occupiamo da decenni in maniera egregia, ma le conseguenze socio economiche della perdita dell’anello di congiunzione tra politiche economiche e sviluppo realizzato”.

“Oltre allaspetto strategico di cui sopra, non può sfuggire ad un amministratore avveduto, il risvolto sociale in termini di legalità quando vengono a mancare presidi di controllo e interlocutori affidabili. Abbiamo lanciato l’allarme su tali temi da anni, in tutte le sedi possibili, l’amministrazione regionale non ha mai considerato rilevante la questione per questo territorio che invece chiede una gestione di problemi di questo tipo. Vogliamo sperare che la sua iniziativa abbia inavvertitamente escluso le scriventi Organizzazioni e che alcuni elementi di discussione da noi citati le siano stati portati da quegli stessi interlocutori che abbiamo già incontrato e ci avevano assicurato avrebbero promosso un incontro con la presidente della Regione, ma forse era la solita formalità propagandistica”.

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