Confindustria Umbria: la relazione del presidente Alunni

Oggi si è tenuta l’assemblea annuale di Confindustria Umbria al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli. La relazione è stata affidata al presidente Antonio Alunni, che ha toccato diversi punti. Vediamo un riassunto delle sue parole: “Le misure emergenziali decise e messe in opera dal Governo, la disponibilità dei vaccini in tempi inauditamente brevi – uno straordinario successo della scienza e della farmaceutica occidentale – la complessivamente buona conduzione della campagna vaccinale, hanno drasticamente diminuito i contagi, pur davanti alla perniciosa mutazione del virus. Hanno diminuito il numero dei deceduti, hanno diminuito il numero dei ricoverati. Faticosamente, l’Italia sta ripartendo. Riparte la vita civile. Riparte la vita economica”.

“La crescita del nostro Pil è la più forte di tutta l’area euro. Con queste premesse, già nel primo semestre del prossimo anno saranno recuperate le perdite dovute alla pandemia. In tutto questo vi sono stati, vi sono, e auspicabilmente vi saranno, gli effetti positivi della nuova politica economica dell’Unione Europea, che oramai tutti associano al Pnrr, anche se questo non è stato l’unico strumento. Vi è stata anche, e soprattutto, la straordinaria capacità delle nostre aziende, a partire da quelle manifatturiere, di riuscire a mantenere la produzione anche nelle condizioni più difficili. Di riuscire a continuare ad innovare, a conquistare nuovi mercati”.

“Per quanto riguarda lo scambio delle merci, in base alle stime del Wto, la crescita globale aumenterà del 5,3% nel 2021, dopo essersi contratta del 3,8% nel 2020. Per una Regione manifatturiera come la nostra, il dato è del tutto significativo. L’economia è oramai strutturalmente globalizzata. Le drastiche restrizioni degli spostamenti delle persone, le difficoltà pratiche e regolamentari nei trasporti delle merci, non hanno arrestato l’onda lunga dell’integrazione delle economie della gran parte dei Paesi del mondo”.

“Come imprenditori, dobbiamo saper anticipare le decisioni che verranno prese, al fine di adottare strategie aziendali adeguate. Non dobbiamo subirle. Come Confindustria Umbria, questo è e sarà uno dei servizi essenziali che vogliamo offrire ai nostri associati. Comprendere e ragionevolmente prevedere quali saranno le direzioni nelle quali la globalizzazione economica post-pandemia si strutturerà è altresì essenziale per prendere decisioni adeguate, come singole aziende e come sistema produttivo, rispetto al tema centrale della crescita dimensionale”.

Ancora sull’Umbria: “Uno dei fenomeni più dolorosi che ci riguarda sono i giovani brillanti, di alte competenze, che lasciano la nostra regione. Chiediamoci perché questo avviene. La risposta è semplice. Per questi giovani non vi sono spazi adeguati in un sistema economico dove le aziende sono troppo piccole, e dove non vengono loro offerte opportunità di lavoro e di carriera adeguate. La crescita dimensionale delle nostre aziende non è quindi soltanto una necessità economica. È anche una necessità sociale fondamentale”.

“Non dobbiamo illuderci. La crescita economica di oggi è una felice coincidenza tra le buone decisioni prese dal nostro Governo, le buone decisioni dell’Unione Europea, la grande capacità di resistenza e di disciplina dei cittadini italiani, le virtù delle nostre imprese. Tutti questi aspetti fortemente positivi non devono però farci dimenticare che nessuno di essi, singolarmente e insieme, avranno la pur minima conseguenza positiva nel risolvere i problemi strutturali che si oppongono alla creazione di ricchezza. Che si oppongono alla competitività della nostra economia, della manifattura e dei servizi, nel mondo della globalizzazione”.

“La fine della pandemia, la ripresa economica in atto e che speriamo sia forte e duratura, non deve far dimenticare che questi problemi strutturali devono essere risolti. I costi non dipendono solamente dal costo del lavoro o dal costo del denaro. Dipendono dalla inefficienza della nostra regolamentazione, di ogni dimensione. Vi è una regolamentazione a livello nazionale, e vi è una regolamentazione a livello regionale. Abbiamo chiesto fortemente negli anni recenti alle autorità di governo della nostra Regione di operare una profonda revisione, sia a livello legislativo che a livello regolamentare, che dia alle nostre aziende e in particolare alle nostre industrie delle condizioni favorevoli. Chiediamo semplicemente che ci siano date le stesse condizioni delle quali godono le aziende della Lombardia o le aziende del Veneto o le aziende della vicinissima Toscana. Regioni civilissime, per le quali non si può evocare, come troppo spesso viene pretestuosamente invocato, il pericolo di una cosiddetta “corsa al ribasso”. Siamo perfettamente consapevoli che la tragedia della pandemia ha posto sulle autorità di governo della nostra Regione una pressione fortissima, e che la tutela della salute pubblica ha assorbito la gran parte dell’attenzione e delle decisioni da prendere. Ma adesso che la pandemia si attenua, non vi sono più ragioni per eludere una questione dalla quale dipende in maniera cruciale il benessere e lo stesso futuro di tutti i cittadini umbri, che siano imprenditori o dipendenti”.

“Mi permetto quindi di chiedere alle autorità regionali di volersi subito impegnare in una forte azione per fare dell’Umbria una delle Regioni più business friendly dell’Italia. Noi oggi, come prima, siamo pronti a fare la nostra parte. Con le idee e con il confronto. Non abbiamo alcuno spirito corporativistico. Perché lo spirito corporativistico è sempre perdente, per tutti. Il nostro è uno spirito di leale collaborazione con le istituzioni, ad ogni livello, e con tutte le forze sociali”.

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