Cna Industria Umbria: il futuro è nel grafene

Si scrive grafene, si legge futuro. Perché è proprio dai nuovi materiali che sembrano arrivare le maggiori speranze per migliorare, nei prossimi anni, le prestazioni industriali in campi anche molto diversi tra loro.

Di questo si è parlato giovedì scorso in un interessante convegno organizzato da Cna Industria a San Martino in Campo, coordinato da Luca Malincarne, presidente di Cna Industria Umbria, alla presenza di ospiti di primissimo piano: da Camilla Coletti (coordinatrice dei Graphene labs all’Istituto italiano di tecnologia di Pisa), a Vittorio Pellegrini (ceo di BeDimensional Spa) e Roberto Leonardi (ceo di the Graphene Company). Presente anche l’assessore regionale allo sviluppo economico, Michele Fioroni.

“La scommessa sui nuovi materiali può rappresentare un passaggio cruciale per inaugurare una nuova fase di sviluppo. Questa convinzione – ha dichiarato Michele Carloni, presidente di Cna Umbria – ci ha spinti a organizzare, attraverso Cna Industria, un ciclo di incontri divulgativi dedicati alle imprese su temi che potranno avere una rilevanza enorme nel futuro, a cominciare dal grafene”.

Scoperto nel 2004 a Manchester da Gejm e Novosёlov, due fisici russi ai quali tale intuizione valse il Nobel per la fisica appena sei anni dopo, il grafene è un materiale cosiddetto a due dimensioni: il suo spessore, infatti, è di appena un atomo. Come ha spiegato Camilla Coletti alla platea di imprenditori presenti all’incontro, il grafene è il materiale più resistente al mondo e, al contempo, estremamente flessibile, il più sottile e leggero, praticamente trasparente, il miglior conduttore di elettricità conosciuto e un buonissimo conduttore di calore. Combinato ad altri materiali il grafene è in grado di migliorarne incredibilmente le prestazioni. La sperimentazione sta procedendo speditamente e alcuni prodotti a base di grafene sono già sul mercato. Ma si è ancora all’alba dei possibili campi di utilizzo del grafene: dall’industria fotonica a quella aerospaziale, dal biomedicale al tessile, dal fotovoltaico alle batterie o al cemento.

Al grafene si aggiungono oltre duemila altri materiali per i quali è stata scoperta la possibilità di riduzione a due dimensioni. Vittorio Pellegrini, già ricercatore e docente universitario, oggi è diventato imprenditore puntando proprio sull’impiego di grafene. Per Pellegrini le start up avranno un ruolo importantissimo per lo sviluppo di nuovi prodotti e applicazioni di questo materiale quasi miracoloso. La ricerca è fatta dell’impiego di laboratori e macchinari complessi, ma a permettere il salto in avanti sono le idee creative. Per questo Pellegrini vede nelle piccole e medie imprese, flessibili e creative, il terreno ideale per sviluppare idee rivoluzionarie.

Roberto Leonardi, intervenuto al convegno da remoto, ha presentato la piattaforma the Graphene company, nata a Milano ma che in Umbria, a Fossato di Vico, ha stabilito la propria sede e che si è detto pronto a dare un contributo per lo sviluppo di nuovi materiali per l’industria.

L’assessore regionale allo sviluppo economico, Michele Fioroni, ha ricordato come l’attenzione verso i nanomateriali sia presente all’interno delle proposte della Regione Umbria per il Pnrr. “Oggi – ha affermato Luca Malincarne – come ci hanno ricordato i nostri ospiti, non è ancora stata individuata la cosiddetta killer application del grafene, in grado di sfruttare appieno le potenzialità di questo materiale. D’altronde per l’alluminio si dovettero attendere quasi cento anni dalla sua scoperta prima di riuscire ad arrivare a una sua applicazione industriale su larga scala. Oggi la tecnologia corre più velocemente, ma la soluzione non è ancora dietro l’angolo. È proprio in questa fase di sperimentazione che si apre una prospettiva interessante per le imprese, anche di piccole dimensioni, che vogliano scommettere sui nuovi materiali”.

Nei prossimi mesi Cna Industria ha in programma altri incontri in collaborazione con l’IIT di Pisa su temi fortemente innovativi. “Si parla tanto di innovazione in termini spesso astratti. Noi – conclude Michele Carloni – vogliamo creare concretamente delle occasioni e fornire stimoli alle imprese per produrre vera innovazione”.

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