Coldiretti Impresapesca: fermo in Alto Tirreno arriva nel momento sbagliato

E’ arrivato il fermo pesca nell’alto Tirreno, nel tratto tra Livorno e Imperia. Lo fa sapere Coldiretti Impresapesca: il provvedimento sarà valido fino al 2 novembre e impedirà l’uscita in mare di pescherecci. Dal 5 ottobre sono invece tornate attive le marinerie della costa tra Brindisi e Napoli, fino a Gaeta.

Coldiretti Impresapesca fa sapere che il fermo arriva in in un momento difficile: il blocco si somma infatti all’aumento cospicuo di riduzione delle giornate di pesca imposte dalle norme europee per le imbarcazioni operanti a strascico. Per i segmenti di flotta di grosse dimensioni i giorni di pesca sono scesi a 140 all’anno, rendendo non più sostenibile l’attività di pesca, non essendoci il paracadute degli ammortizzatori.

Coldiretti Impresapesca ha chiesto la riduzione del periodo fisso di blocco almeno per l’areale Adriatico, l’apertura alla tutela differenziata di alcune specie e la possibilità per le imprese di scegliere i restanti giorni di fermo. “Le aziende si trovano a dover concentrare un’attività che deve sostenere l’impresa di pesca per 365 giorni in appena 140-170”. Per poter sopravvivere, il settore dovrebbe poter scegliere in autonomia quando fermarsi in base alle condizioni del mercato, al bisogno di manutenzione delle barche o alle ferie del personale. Altra critica dell’associazione è sulla rigidità del fermo “che continua a non rispondere alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 35 anni di fermo pesca, per alcune specie, è progressivamente peggiorato, come lo stato economico delle imprese e dei redditi dei lavoratori”.

Si spera che nel 2022 si possa partire con il nuovo Feampa.

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