Olio nuovo: produzione in rialzo, ma meno del previsto

In Italia scocca l’ora dell’olio nuovo. La produzione è stimata in aumento del 15 per cento rispetto al 2020 e di qualità ottima. La stima emerge dall’analisi di Coldiretti, Ismea e Unaprol ed è stata resa nota in occasione dell’inizio della raccolta delle olive in Italia, con la prima spremitura in Sicilia, nell’azienda Terra Surti di Elio Mento, a Sortino (Siracusa), contrada Albinelli.

La produzione di olio dovrebbe essere intorno ai 315 milioni di chili, rispetto al 273,5 milioni dell’anno scorso. Il risultato è leggermente inferiore alle attese, fanno sapere Coldiretti, Unaprol e Ismea. E la colpa sarebbe dell’assenza di piogge e della siccità che ha colpito la Puglia, regione che da sola produce metà dell’olio italiano. C’è stato però anche un miglioramento di alcune aree (punte del 40 per cento), che ha compensato il ribasso. La produzione pugliese resta ben lontana dagli standard tipici delle annate di carica (200o milioni di chili).

La Sicilia, dopo tre anni difficili, dovrebbe tornare sopra alla soglia dei 40 milioni di chili, qualche problema in più per la Calabria, con un lieve incremento ma molto lontano dalla produzione massima regionale. Annata scarsa per la Toscana e per l’Umbria (punte -50 per cento) a causa di un clima incerto e dell’umidità di questo periodo, oltre che dell’attacco della mosca olearia. Nel Centro, il Lazio mantiene la produzione dell’anno scorso.

Al Nord, maglia nera alla Lombardia, ma tutte le regioni hanno risentito delle gelate e del grande caldo (produzione tra -60 e -80 per cento). L’Italia rischia di finire fuori dal podio dei Paesi produttori di olio e questo nonostante il 90 per cento delle famiglie consumi olio extravergine di olive tutti i giorni.

La filiera – fanno sapere Coldiretti e Unaprol – conta più di 400 mila aziende agricole specializzate, il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (42 Dop e 7 Igp), con 250 milioni di piante e 533 varietà di olive.

Nell’ambito del Recovery Plan, Coldiretti ha presentato un progetto legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva. Spiega il presidente Ettore Prandini: “L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale dell’olio d’oliva per confermare il primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta”.

“Queste prime stime ci danno un quadro complessivo della situazione nel nostro Paese, naturalmente tutto andrà verificato con l’inizio della raccolta in tutte le regioni e i primi dati sulle rese – spiega il presidente di Unaprol David Granieri – Tutti attendevamo l’annata di carica ma, purtroppo, l’andamento climatico e la grande siccità hanno colpito duramente le aziende olivicole del nostro Paese, che hanno incrementato i propri investimenti irrigui per salvare la produzione”.

“Conserveremo ancora il primato sulla qualità ma siamo in difficoltà sulle quantità di prodotto – continua Granieri – Per questo non sono più rinviabili interventi strutturali di rinnovamento degli impianti e recupero degli uliveti abbandonati per consentire alla produzione di tornare sui livelli di eccellenza di dieci anni fa”.

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