Pomodoro: +164% di importazioni dalla Cina

Sono più che raddoppiate le importazioni di pomodoro cinese in Italia. Siamo al +164 per cento, a fine anno la quantità totale potrebbe superare i 100 milioni di chili, pari al 15 per cento della produzione nazionale di pomodoro fresco. L’allarme arriva dalla Coldiretti, che ha analizzato i dati Istat relativi ai primi cinque mesi del 2021, durante la raccolta del pomodoro italiano, stimata in oltre 5.600.000 tonnellate, il 10 per cento in più dell’anno scorso, grazie all’ampliamento delle superfici coltivate sulla spinta delle richieste in Italia e all’estero nell’anno del covid.

L’Italia produce più della metà di tutto il pomodoro lavorato nell’Unione europea ed è terzo produttore mondiale, con il 13 per cento del totale, alle spalle della Cina (15 per cento) e degli Stati Uniti (27 per cento). Dietro al nostro Paese ci sono Spagna e Turchia con il 7 per cento, il Brasile con il 4 per cento, Iran e Portogallo con il 3 per cento mondiale. La superfici coltivaste a pomodoro da industria, in Italia, sono più di 78 mila ettari, quasi la metà al Nord (38.621). La Puglia è la principale produttrice, seguita da Emilia Romagna e Campania.

La Cina è il primo fornitore dell’Italia, a seguire Stati Uniti, Spagna e Turchia. C’è il rischio che il prodotto importato venga spacciato come Made in Italy sui mercati nazionali ed esteri, il che produrrebbe gravi danni al prodotto italiano. Il commercio deve essere controllato in modo accurato per evitare che si nascondano frodi o inganni. In Italia esiste l’obbligo dell’etichettatura con il luogo di coltivazione del pomodoro utilizzato per i derivati che hanno le rosse bacche come unico o principale ingrediente, ma non ci sono regole per i prodotti destinati all’estero. Gli italiani consumano 30 chili a testa di pomodoro all’anno: al primo posto troviamo le passate, poi le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati.

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