Piccole imprese Abruzzo: dove sono finiti i 20 milioni?

Sono 20 i milioni destinati alle piccole imprese abruzzesi. Ma restano da mesi (se non da anni) chiusi nel cassetto. Sette associazioni d’impresa hanno così scritto una lettera aperta al presidente della Regione, Marco Marsilio, perché sblocchi la situazione, relativamente alla legge numero 9 del 18 maggio 2021 e alla delibera Cipe del 25 agosto 2018. Ognuna di queste misure aveva un valore di dieci milioni di euro.

Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti ne chiedono conto alla Giunta, anche perché con il covid è andata ulteriormente peggiorando la situazione delle piccole e micro imprese dell’artigianato, del commercio, del turismo, dei servizi e della piccola industria.

La nota è indirizzata anche all’assessore alle Attività produttive Daniele D’Amario, al presidente dell’assemblea Lorenzo Sospiri e ai capigruppo del Consiglio. Si legge: “A quattro mesi dall’approvazione da parte del Consiglio regionale dell’Abruzzo della numero 9, dobbiamo purtroppo prendere atto che la stessa risulta al momento del tutto disapplicata. E questo nonostante il comma 2 dell’articolo 2 avesse fissato un termine di appena 15 giorni, per la Giunta regionale, affinché provvedesse alla necessaria riprogrammazione delle risorse finanziarie destinate”.

Ricordano ancora Dario Buccella, Flaviano Montebello, Federico Del Grosso, Savino Saraceni, Luciano Marifiamma, Giancarlo Di Blasio, Roberto Donatelli e Daniele Erasmi la legge “Misure a favore delle micro, piccole e medie imprese, con particolare riguardo al settore della ristorazione, a quello turistico-alberghiero, alle filiere ad essi correlate operanti sul territorio della Regione Abruzzo nonché a favore delle imprese che hanno subito restrizioni previste per le “zone rosse” per effetto delle Ordinanze del Presidente della Regione”, improntata a criteri importanti, in ragione dei motivi del tutto emergenziali che ne erano stati posti a premessa e fondamento, soprattutto perché ad esserne principali destinatari erano le imprese dell’artigianato, del commercio e del turismo”.

Se le risorse stanziate fossero state immediatamente utilizzabili, ciò avrebbe avuto effetti benefici su tutto il sistema economico regionale e avrebbe agito da moltiplicatore degli investimenti. Ma ciò non è avvenuto, nonostante l’urgenza e senza che la “Regione abbia avvertito il bisogno di darne spiegazione alla platea dei destinatari e all’opinione pubblica”. La legge è in condizione di stasi assoluta. Con danni alla filiera turistica, in particolare, che ha dovuto far fronte a una stagione fortunatamente positiva, solo con i propri mezzi.

Ancora più paradossale appare poi la situazione dei dieci milioni stanziati dal Cipe il 25 agosto del 2018 per l’Area Cratere del sisma 2009, a oggi non ancora spesi. Con la finanziaria regionale, la Fira, “che starebbe ancora predisponendo il bando”.

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