Reddito di cittadinanza: Cgia di Mestre, in 18 mila lo percepiscono a Verona

Per ogni posto creato con il reddito di cittadinanza, lo Stato ha pagato 52 mila euro. La spesa da affrontare per ogni imprenditore veneto che assuma full time un operaio a tempo indeterminato è di 25 mila euro, meno della metà. A mettere a confronto i due dati è la Cgia di Mestre, per giudicare lo strumento messo in campo dal Governo nel 2019.

Paolo Zabeo, che guida l’Ufficio studi della Cgia, dice: “In Paese civile e avanzato, chi si trova in uno stato di povertà ed esclusione sociale va aiutato, anche attraverso l’erogazione di un reddito di cittadinanza. Altra cosa è ipotizzare che un aiuto economico possa concorrere a far entrare nel mondo del lavoro il destinatario della misura. Chi è in difficoltà economica va assolutamente aiutato, ma per combattere la disoccupazione il RdC ha dimostrato di non essere uno strumento efficace”.

E’ di circa un milione il numero di chi, in difficoltà economica e con reddito di cittadinanza, ha manifestato l’intenzione e la disponibilità a recare in ufficio o in fabbrica. In Italia, però, solo in 152 mila hanno trovato un posto di lavoro grazie ai navigator. A Verone, la percentuale è superiore: secondo Anpal, a dicembre scorso in provincia il 39 per cento dei beneficiari aveva firmato almeno un contratto. Ipotizzando che i beneficiari abbiano ricevuto il Reddito di cittadinanza per almeno un anno prima di fare il loro ingresso nel mercato del lavoro (media ipotizzata da Anpal), percependo dunque quasi 7 mila euro, la Cgia stima che l’Inps abbia pagato 7,9 miliardi di euro per i nuovi occupati. Una media di 52 mila euro per ogni neo assunto.

“E’ un costo oggettivamente eccessivo per un numero così limitato di persone che, grazie a questo sussidio, sono entrati nel mercato del lavoro” fanno sapere dall’ente mestrino. In tre anni, l’investimento da parte dello Stato ha raggiunto i 19,6 miliardi: 3,8 nel 2019, 7,2 nel 2020 e 8,6 per l’anno in corso. Per il 2022 si ipotizza una spesa di 7,7 miliardi.

Anche se è dal Sud Italia che arriva il 54 per cento delle richieste di reddito, a Verona i numeri sono i più alti della regione. Sempre secondo l’Istat, ad agosto 2021 i nuclei familiari veronesi che percepivano il RdC erano 7.889, pari a 18.277 beneficiari, l’1,9 per cento della popolazione. A seguire Padova con 16.507 e Venezia con 15.602. L’importo medio mensile più elevato viene erogato a Rovigo: 507 euro al mese a famiglia., Segue Vicenza con 504 e Padova con 495. Verona si ferma a 480,61 euro, mentre la media veneta è di 488,49. Complessivamente, sempre ad agosto, i beneficiari in Veneto erano 81.679, l’1,8 per cento della popolazione regionale.

Se facciamo un paragone con Napoli, scopriamo che qui sono 555 mila i beneficiari, il 18 per cento della popolazione. Il Governo Draghi ha fatto sapere che la misura sarà rafforzata, ma lo schema sarà ribaltato: il reddito a valle degli interventi per favorire l’occupazione e non il contrario. L’obiettivo è far rientrare le persone finora escluse per criteri troppo rigidi.

L’Inps ha fatto anche l’identikit di chi ha usufruito dell’assegno tra i 18 e i 64 anni: solo un terzo ha avuto un’occupazione in passato. Spesso, dunque, ci troviamo di fronte a soggetti a forte rischio di esclusione sociale, in condizioni di povertà economica e di grave deprivazione materiale. L’analisi non soddisfa Rossella Accoto, sottosegretaria al Lavoro e alle politiche sociali: “Sul reddito di cittadinanza sappiamo tutto, dati e costi sono trasparenti. A essere opaca, poco chiara, raffazzonata intorno a dati gettati tutti insieme nello stesso calderone, a comporre la pozione magica dell’occupazione, ci pensa il brillante studio della Cgia. Il costo per neoassunto, tra i percettori di RdC, è un indicatore non applicabile”.

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