Green pass, Confartigianato Umbria: “Rimangono tante criticità”

Il Green pass è un obbligo di legge dallo scorso 6 agosto, con sanzioni rilevanti per chi trasgredisce. Una scelta del Governo per evitare di chiudere di nuovo le attività economiche e ridare un livello minimo di normalità a chi si è vaccinato. Confartigianato Umbria, pur riconoscendo tutto ciò, non può fare a meno di elencare anche le criticità che si porta dietro il certificato verde. Una di queste, che il gestore controlli la corrispondenza di green pass e documento d’identità, è in realtà stata ammorbidita dalle parole della ministra dell’Interno.

Confartigianato Umbria aveva chiesto proprio questo: l’abrogazione di questo obbligo. Altri punti critici: “L’assurdità delle consumazioni al bancone normate differentemente da quelle al tavolo, il non obbligo del green pass per il personale. È evidente che se c’è obbligo per i clienti, non può non esserci anche per i lavoratori”. Aggiunge l’organizzazione: “Le attività hanno alle spalle quasi un anno e mezzo di obblighi di chiusure, impossibilità di pagare le scadenza, ristori inesistenti e oggi devono fare i conti con una normativa che mette in crisi i rapporti con i dipendenti e con i clienti: il sentimento di esasperazione è più che giustificato, occorrono buonsenso e responsabilità”.

Non vi è chiarezza sulle responsabilità dei datori di lavoro rispetto agli obblighi di privacy e rispetto alle criticità che si possono presentare nella gestione del rapporto di lavoro. Le problematiche relative alla clientela si traducono in maggiori costi e minori ricavi.

La normativa riguarda anche fiere e sagre. “Considerato che, con la riapertura generalizzata delle sagre a seguito dell’ordinanza Tesei, molte appaiono oggi condotte anche in violazione delle seppur blande limitazioni che discendono dalla legge regionale del 2015, ci aspettiamo che almeno per quanto riguarda i controlli anti-covid gli organi preposti, e in particolare i Comuni, dimostrino pari impegno anche nei confronti delle sagre che possono essere una situazione di grande pericolosità per la diffusione del virus”.

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