Cea: bilancio sano, assunzioni e innovazione nell’anno della pandemia

È stato un anno duro per il mondo edile: chiusure, stop alle attività, ritardi nelle opere pubbliche e private. Cea – Cooperativa Edile Appennino, di Monghidoro (Bologna), ma con filiali in Romania, Libia e Libano – in questa situazione ha dimostrato solidità, resilienza e importanza nella spinta innovativa. Il bilancio 2020 ha tenuto alterato il valore della produzione (61,4 milioni di euro), ha avuto nuove commesse per oltre 118 milioni di euro (+74 per cento), ha fatto 51 nuove assunzioni tra impiegati e operai, ha investito quasi 2 milioni di euro in attrezzature e nuovi macchinari. Sono arrivati importanti brevetti e futuristici strumenti di lavoro.

“Fra marzo e aprile 2020 abbiamo registrato una contrazione del volume di affari di circa il 40% – spiega il presidente Giuseppe Salomoni – ma, anche grazie ai nostri brevetti innovativi, la riapertura ci ha trovati pronti, reattivi e disponibili ad avviare attività e progetti, ponendo sempre al centro la salute e la sicurezza di tutti i nostri dipendenti. I risultati che registriamo oggi sono frutto di un’oculata programmazione, di partnership importanti, di strategie ponderate, cercando di mettere a frutto anche i lunghi periodi di rallentamento delle attività e, soprattutto, del grande impegno che ogni singola persona che fa parte di CEA ha messo in campo anche nei momenti più difficili. Prima del Covid ci eravamo posti obiettivi ancora più ambiziosi: li consideriamo soltanto brevemente rimandati mentre possiamo dirci soddisfatti di come la cooperativa abbia non solo retto l’urto di una pandemia mondiale ma abbia anche saputo reagire allo scenario di crisi globale”.

Alcuni dati spiccano più di altri: “Nel 2020 abbiamo aumentato il nostro portafoglio commesse di oltre il 74% – prosegue Salomoni – passando dai 158 milioni di euro di fine 2019 agli oltre 223 milioni al 31 dicembre 2020”. Hanno funzionato in particolare le infrastrutture (lavori per oltre 58 milioni di euro, +371 per cento rispetto al 2019) e le manutenzioni (più di 47,8 milioni di euro di nuovi contratti, +84 per cento), da aggiungere i 6,5 milioni per opere all’estero. Ci sono state, come detto, 51 assunzioni che hanno portato l’organico Cea a 400 unità: “In un momento di crisi generalizzata per l’occupazione – commenta Salomoni – abbiamo scelto di dare un segnale: le nuove commesse hanno aperto spazi per ingrandire la nostra squadra e abbiamo scelto di farlo con contratti più strutturati, senza ricorrere né a collaborazioni temporanee né a contratti in somministrazione attraverso le agenzie interinali”.

“Per Cea quello delle innovazione è un ambito essenziale – spiega Salomoni – in cui abbiamo investito risorse interne ed esterne. Riteniamo che il concetto di “industria 4.0” possa avere ricadute significative anche nel mondo dell’edilizia che, per tradizione, è il settore più restio ad adottare le tecnologie digitali”. E i risultati non si sono fatti attendere: “Il nostro settore R&D ha registrato diversi brevetti che si stanno rivelando cruciali per le nostre attività: dal sistema di gestione delle acque di prima pioggia al MBSM, un metodo innovativo per la manutenzione di dighe e bacini in asphal dams, senza dimenticare Jobsafer, il nostro sistema per il monitoraggio dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte delle maestranze, mascherine incluse, che ci ha permesso di ripartire a pieno regime nella primavera scorsa. Infine, ultimi ma non per importanza, i nostri nuovi asfalti “a scarto zero” utilizzati nei cantieri per la manutenzione delle linee gas, acqua e fognature e primi protagonisti della nostra rivoluzione ‘green’ nel segno dell’ecosostenibilità”.

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