Primitivo pugliese: al primo posto negli acquisti della Gdo nel 2020

Vino Primitivo (+23,5 per cento) e Negramaro (+14,6 per cento) sbancano. I due vini pugliesi si piazzano al primo e al quarto posto negli acquisti della Grande distribuzione italiana nell’anno del covid. Lo fa sapere Coldiretti Puglia sulla base dei dati Iri che comprendono anche la spesa al discount.

Aumenta, in Puglia, anche la produzione di biologico: un ettaro su otto di vigneto è bio, con 17 mila ettari contro i 10 mila del 2017, e una decisa spinta alla transizione ecologica che ha portato le cantine pugliesi a essere sempre più attente all’ambiente, come dimostra il tappo in vetro, la chiusura ‘carbon neutral’, riciclabile al 100 per cento e realizzata con materiali rinnovabili di origine vegetale, il vigneto in alberello di uve Sauvignon in riva al mare, gli occhialini utili per immergersi nelle Terre del Negramaro, il pesto dalle foglie di vite.

Merita menzione la diffusione del Wine beauty, crema viso alla linfa di vite, dallo scrub agli scarti di potatura al gel di uva rassodante, dalla crema anti-età alle nettare di uva.

“Il Primitivo è al top dei consumi in Italia e all’estero e si è consolidato il successo delle ‘bollicine’ made in Puglia, anche grazie alla straordinaria versatilità del Negroamaro in purezza che, oltre ad essere un grande vino rosso e rosato, ha rivelato delle straordinarie performance nella spumantizzazione. I vini costretti a migrare per la spumantizzazione oggi sono prodotti direttamente in Puglia, chiudendo una filiera di eccellenza che ha aperto tangibili prospettive di mercato”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Hanno ormai un ruolo internazionale non solo Primitivo e Negramaro, ma anche Susumaniello e Nero di Troia; poi c’è il successo di vino Doc come il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte. “Il successo dei vini di Puglia è il risultato di un mix vincente di fattori che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone, passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi che hanno portato al boom dei rosati pugliesi, al secondo posto della classifica di gradimento, seguono solo i rosè della Provenza”, spiega Gianni Cantele, responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Puglia.

Rossi e rosati, in Puglia super, dunque, con i secondi che rappresentano il 40 per cento della produzione nazionale totale dei rosati, con più di un milione di bottiglie l’anno, quando quasi due bottiglie su quattro di rosè Made in Italy sono pugliesi.

Dal punto di vista dell’occupazione, la provincia di Foggia è la seconda in Italia per ore di lavoro create nel settore del vino. Il Puglia Igt crea 16,5 milioni di ore di lavoro l’anno, immediatamente dopo il Montepulciano di Abruzzo Doc. Un altro vitigno della Puglia è al decimo posto, il Castel Del Monte Doc, con 9,4 milioni di ore lavorate in provincia di Bari.

Secondo uno studio di Coldiretti, la raccolta di un grappolo d’uva alimenta opportunità di lavoro in 18 settori: 1) agricoltura; 2) industria trasformazione; 3) commercio/ristorazione; 4) vetro per bicchieri e bottiglie; 5) lavorazione del sughero per tappi; 6) trasporti; 7) assicurazioni/credito/finanza; 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri; 9) vivaismo; 10) imballaggi come etichette e cartoni; 11) ricerca/formazione/divulgazione; 12) enoturismo; 13) cosmetica; 14) benessere/salute con l’enoterapia; 15) editoria; 16) pubblicità; 17) informatica; 18) bioenergie.

Exit mobile version