Cna Teramo: confermato il presidente Bernardo Sofia

“Gente che ha lottato ogni giorno con la pandemia, abituata a lavorare, a produrre, a investire le proprie risorse, a costruire, a creare occupazione, benessere per le persone, per le famiglie, per il territorio”. Sulla ripartenza e sull’orgoglio di essere piccoli imprenditori che hanno saputo resistere alla pandemia si è basata l’assemblea elettiva provinciale della Cna di Teramo, che ha confermato Bernardo Sofia quale presidente per il prossimo quadriennio, e l’intera presidenza uscente: Franca Labrecciosa, Amalia Nori, Giuseppe Cargini, Alessio Timoteo, Alfredo Martinelli e Tito Rubini. Riconfermato pure il direttore Gloriano Lanciotti.

L’assemblea si è tenuta parzialmente in presenza e in parte in video conferenza come da disposizioni anti covid. Hanno partecipato anche l’assessore regionale Pietro Quaresimale, il consigliere regionale Dino Pepe, il vice sindaco di Teramo Giovanni Cavallari, il presidente e il direttore regionale di Cna Abruzzo, Savino Saraceni e Graziano Di Costanzo.

Sofia nel suo intervento ha spiegato: “Negli oltre 1400 giorni della mia presidenza ho potuto verificare tra i nostri associati e tra gli imprenditori quanto tutti noi siamo stati messi a dura prova, e da qualsiasi punto di vista: sia in merito alle questioni economiche, sia dal punto di vista psico-fisico che umano, a causa dell’emergenza covid”.

La Cna di Teramo conta quasi 2.500 imprese associati, più 815 pensionati e 467 associati a Cna Cittadini: coinvolti migliaia di occupati nell’artigianato, nel commercio, nella piccola industria. Le sedi sono a Teramo, Alba Adriatica e Roseto. Lanciotti promette di portare questo patrimonio organizzativo nei vari dossier che interessano il territorio, pronto anche ad alzare la voce con le istituzioni, se necessario.

“Sui tavoli dove si discuteranno le strategie di rilancio del territorio ci saremo anche noi, perché senza la Cna mancherebbe un pezzo importante dell’economia provinciale” ha avvertito. Sul piatto della bilancia il destino di “una delle aree più progredite del Mezzogiorno, con un modello di sviluppo armonico ed equilibrato, oltre 40mila imprese iscritte alla Camera di commercio, aziende specializzate nei settori tradizionali del made in Italy come abbigliamento, pelletteria, mobili e arredo per casa e ufficio, agroalimentare eccellente con vino, olio, artigianato di pregio come nel caso di Castelli, turismo che abbraccia mare, montagna, collina e ci vede regina d‘Abruzzo per numero di presenze”.

“Abbiamo tutte le carte in regola per ritornare ad essere grandi – ha concluso – ma purtroppo la provincia di Teramo ha poco peso sulle grandi strategie politiche regionali, e questo è un grosso limite su cui i nostri autorevoli rappresentanti politici dovrebbero riflettere seriamente”.

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