Tasse da eliminare: quelle che il Governo si prepara ad abolire

Il Governo darà una sforbiciata alle tasse, in particolare a quelle che portano poco gettito. Non solo il Superbollo, dunque, per la gioia degli automobilisti, ma pure i diritti dell’Ente nazionale Risi, la tassa sulla raccolta dei funghi, l’imposta regionale sulla benzina, i diritti degli archivi notarili, il tributo speciale di discarica. E ancora: le tasse di pubblico insegnamento, la tassa di laurea, i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui passeggeri degli aerotaxi, l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.

Pensate che su più di 100 imposte del nostro ordinamento fiscale, il Governo incassa il 90 per cento delle entrare da appena dieci (tra cui Iva, Irpef, Irap e Imu). Tra quelle che potrebbero essere abolite ci sono anche l’addizionale regionale sui canoni di utenze delle acque pubbliche, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale e l’imposta sugli intrattenimenti. Non dobbiamo dimenticarci neanche dell’Iva sulla bolletta della luce, che si calcola ancora sulle accise, e l’imposta provinciale sulla Rca auto, insieme al vecchio e criticatissimo contributo al Servizio sanitario nazionale.

Sarà l’esecutivo a decidere. Il documento, che servirà da base per il Dll Delega che dovrebbe arrivare entro fine luglio, sarà votato in maniera definitiva entro la fine di questo mese. Nei mesi scorsi, in audizione davanti al Parlamento, il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini aveva evidenziato come, nel corso degli anni, si fosse verificata una frammentazione “da cui deriva un sistema fiscale articolato e complesso che è un freno per gli investimenti e rende oscuro il mondo del fisco ai contribuenti”.

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