Florovivaismo: Coldiretti sostiene il rilancio

Coldiretti, durante la pandemia, ha pensato molto al settore del florovivaismo, particolarmente colpito dall’emergenza. Oggi mette in campo alcuni progetti per sostenerne il rilancio. Il punto è stato fatto durante l’incontro ‘Il vivaismo italiano post Covid-19’, organizzato lo scorso 23 giugno.

Queste le parole introduttive del segretario generale Vincenzo Gesmundo: “La Coldiretti si è spesa come non mai in questo lungo periodo segnato dal Covid. Si tratta di un settore strategico, con il coinvolgimento di 100mila lavoratori diretti che arrivano a 200mila se si tiene conto delle filiere. Un settore che offre un contributo importante alla mitigazione climatica e alla tutela dell’ambiente, che tiene alto il valore della bellezza e rappresenta una opportunità di mercato”. I problemi principali sono dati dalla concorrenza extra comunitaria, Coldiretti cerca dunque di rimuovere gli ostacoli per potenziare la capacità all’export.

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha sottolineato l’importanza della Consulta che ha messo in evidenza la necessità delle imprese e il conseguente lavoro con le istituzioni grazie al quale è stato possibile ottenere la decontribuzione. Sempre grazie a Coldiretti, è stato poi possibile evitare la chiusura delle attività produttive e di vendita. “Si è avviato un trend positivo, ma il rimbalzo deve diventare strutturale. È fondamentale la ricerca, necessaria per una risposta concreta agli agenti patogeni dovuti agli attacchi degli insetti o legati ai cambiamenti climatici. Il verde può fare la differenza per attenuare nelle città l’impatto delle temperature elevate, mitigare il grande freddo dell’inverno. Migliorare la qualità dell’aria”.

Si è passati poi ad analizzare le opportunità del Recovery Plan, su cui Coldiretti sta lavorando da mesi. Prandini ha fatto notare che alle risorse economiche bisogna accompagnare le riforme della giustizia e della semplificazione. Grandi sfide arrivano poi da biogas e biometano; importante aver ottenuto un aumento dei fondi fino a 1,5 miliardi per i pannelli fotovoltaici in modo da abbattere i costi delle fonti energetiche delle imprese. Oggi la bolletta energetica italiana è superiore del 50 per cento rispetto a quella sostenuta dalle aziende in Francia o nei Paesi Bassi.

Sulle assicurazioni, Prandini ha chiesto che venga introdotto un sistema obbligatorio nella Pac perché oggi la polizza rappresenta l’unica forma di tutela contro i fenomeni atmosferici. Serve poi una sinergia tra i produttori florovivaistici e i garden per sostenere la crescita del mercato interno, ancora troppo debole.

“Il verde pubblico richiede manodopera specializzata perché con una potatura sbagliata nei nostri parchi si perdono fiori e cespugli”. Senza un’adeguata formazione si rischia di perdere quanto ottenuto con “Agricoltura 4.0”. E infine l’impegno su internazionalizzazione e logistica per diventare sempre più competitivi e su questo fronte Prandini ha annunciato che la Coldiretti sta già lavorando con il ministro delle Infrastrutture Giovannini e con la presidenza del Consiglio.

Mario Faro, presidente della Consulta florovivaistica, ha sottolineato come l’aiuto di Coldiretti abbia reso più solide le basi del settore. Faro ha ricordato che, grazie al pressing dell’associazione, si è arrivati a risultati importanti come gli sgravi contributivi e la possibilità di rimanere aperti nel periodo delle chiusure totali. Nei primi tre mesi del 2021, il settore ha segnato +33 per cento nell’export, ma secondo Faro serve un rafforzamento anche della domanda interna: “Esportare è un privilegio, ma richiede anche un impegno complicato”.

Si punta alla costituzione di un Sistema Italia. Per superare alcune barriere fitosanitarie nei Paesi del Nord Africa e del Middle East. Occorrono accordi bilaterali, sostenuti dal Governo.

Nada Forbici, coordinatore della Consulta florovivaistica Coldiretti, ha denunciato come le aziende siano state costrette a buttare via gli investimenti per il periodo nero della pandemia. Ma ha anche evidenziato, riferendosi ai progetti del Pnrr, che la produzione di piante richiede anni, fino a sette. Per Forbici è necessario puntare sui contratti di coltivazione e ci deve essere un rapporto diretto tra ente pubblico e azienda agricola. A livello di sostegni per Forbici occorre spingere perché nella Pac e nel Psr siano inseriti punteggi premianti per il settore florovivaistico. Così come occorre rimodulare i listini dei prezzi regionali perché oggi “sono da fame”.

Sul fronte fitosanitario, Faro ha evidenziato le necessità di un protocollo sanitario nazionale: “Se ci fosse stato, avrebbe potuto salvare molti oliveti colpiti dalla Xylella”.

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