La ripresa c’è, ma ancora non si sente. Lo dice Micol Caramello, presidente della Federagit Confesercenti, la Federazione accompagnatori e guide turistiche italiane. “Le città d’arte sono ancora tagliate fuori dai circuiti turistici, vengono visitate da piccoli gruppi o famiglie, che non sono il target medio della guida. Inoltre, non tutti gli alberghi ancora hanno riaperto. I turisti stranieri non ci sono. A parte le mete di mare, dove arriva tantissima gente, noi lavoriamo ancora poco”. Qualcosa, però, comincia a muoversi: “Marche, Umbria e Toscana attirano gente, escludendo Firenze. È ancora troppo poco, però”.
Caramello aggiunge: “Nelle nuove linee guida non siamo stati considerati, siamo un po’ confusi su cosa fare e cosa non fare. Tutto il comparto del turismo è un po’ in confusione. Per esempio, magari ci chiedono di portare in giro 40 persone, ma non potremmo perché non si tratta di un piccolo gruppo. Abbiamo chiesto di ricevere delle specifiche, ma ancora non le abbiamo ricevute. Adesso arriva l’addio alle mascherine: noi come dobbiamo comportarci all’aperto con il pubblico?”.
Il covid è stato un vero tsunami sul comparto, con perdite di fatturato del 90 per cento “a voler essere ottimisti”: “Abbiamo avuto un primo stop quando sono state sospese le gite scolastiche, poi dal 23 febbraio si è fermato tutto. L’estate scorsa ci sono state le riaperture, ma le città d’arte sono rimaste bloccate, come ora. Quando si iniziava a recuperare un po’, è arrivato il secondo lockdown”.
Da più parti si chiede una riforma del settore, la Federagit è d’accordo: “Sarebbe ora. Noi la chiediamo da tantissimo tempo, anche perché la legge 97/2013 non dice niente, non parla di come si può diventare guida turistica per esempio o come si fa l’abilitazione. Nel Pnrr, per fortuna, c’è la volontà di darci una legge entro il 2023. Il problema vero è che nel frattempo tutto è cambiato. Molte regioni hanno continuato a fare corsi ed esami, ci sono persone che si sono spostate. In Romania sono stati fatti corsi ad hoc, a pagamento, per potersi abilitare e farsi riconoscere il patentino in Italia. La politica non ha voluto prendere posizione. Ora ci sono due disegni di legge in discussione alla decima Commissione del Senato, noi siamo stati convocati, credo che in qualche modo i due disegni di legge finiranno per convergere, ma l’iter è ancora lungo. I senatori conoscono bene la situazione in cui versano le guide, stanno cercando di darci una mano”. Caramello precisa: “In Europa, la professione di guida quasi da nessuna parte è regolamentata. Molte guide straniere vengono da noi, di fatto lavorano per tutta la stagione, senza aver dato un esame o fatto niente per abilitarsi”. La concorrenza è sleale: “In alcune nazioni gli esami sono un pro forma, consistono in due giorni di corsi”.
Caramello chiede aiuto allo Stato: “Che ci faccia lavorare, che non ci dia solo contributi economici. Con il nuovo tipo di turismo, lento e di prossimità, noi diventiamo molto importanti, avendo grande conoscenza del territorio. Questa è la vera plusvalenza di una guida turistica oggi”.
Si parla di una laurea per chi vuole diventare guida: “Sarebbe bellissimo se si seguisse il modello francese dove c’è un corso universitario. Magari con un bell’esame di stato finale da cui iniziare il percorso. Si potrebbe decidere, l’ultimo anno, di dare due strade agli studenti: una per diventare accompagnatori, una per fare le guide turistiche. Bisognerebbe naturalmente conoscere molto bene la lingua, cosa già fondamentale oggi”. La Francia è una pietra di paragone: “Ci sono i siti protetti, vale a dire i musei, e le guide francesi possono entrarci, non quelle straniere, a meno che non facciano richiesta ufficiale, motivando il viaggio. Senza richiesta, non entrano nei musei. Noi non vogliamo chiudere il mercato, non vogliamo bloccare gli europei, ma non vogliamo neanche essere discriminati rispetto agli altri: a noi vengono chieste alcune qualifiche che ad altri non vengono richieste. Devono esserci poche regole, ma chiare. Senza decreti attuativi. Le regioni hanno già fatto troppo come hanno voluto in questi anni. Tanti sono andati in Toscana a prendersi il patentino, in Puglia si faceva l’esame a crocette per poi andare a fare le guide da altre parti. Noi vorremmo regole chiare che proteggessero noi, che dessero anche possibilità di lavoro ai più giovani”.
La Federagit ha sedi in tutte le regioni italiane: “Ed è fondamentale per confrontare le varie esperienze territoriali, replicabili poi in altre regioni o zone”.
Caramello chiude con due considerazioni: “L’Associazione oggi cerca di tutelare il turista a 360 gradi, abbiamo anche assicurazioni Rc. Cerchiamo di fare evolvere la professione il più possibile. Abbiamo ancora alcuni problemi con i ristori dati dal ministero, qualche collega è rimasto fuori. Chiediamo che una parte del fondo residuo del turista venga dirottato a loro. Però, me lo faccia dire, i ristori non sono paragonabili moralmente al lavoro e neanche economicamente”.