Pnrr dell’Umbria: il contributo dell’Aur

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) vale 221,1 miliardi di investimenti sino al 2026 ed è una grande sfida per l’Italia, la nazione che più beneficia del programma Next Generation dell’Unione Europea per contrastare gli effetti negativi della pandemia.

Alessandro Campi, commissario Aur, scrive che finalmente c’è l’occasione per un balzo della storia. Governo, Ministeri, Regioni e forze sociali hanno collaborato per mettere a punto, all’interno dei sei punti forti del Next Generation (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione energetica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute), progetti e riforme e interventi che bisognerà realizzare davvero se, come ha detto il premier Draghi, vogliamo “consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”.

Al Piano nazionale si sono affiancati quelli regionali, come quello umbro. Il ruolo delle Amministrazioni territoriali sarà decisivo. Bisognerà naturalmente tenere conto delle diverse esigenze e necessità dei diversi territori, sollecitati dunque a un autonomo sforzo progettuale. Il Next Generation Ue comprende infatti anche le risorse dei Programmi europei 2021-2027, l’iniziativa React-Eu, il Fondo per la trasizione giusta e l’iniziativa Horizon 2020: strumenti finanziari che le Regioni potranno utilizzare per i loro programmi di crescita, sviluppo e innovazione.

La Regione Umbria ha presentato le sue proposte, sono 45. Quante potranno effettivamente essere messe in pratica? Quante incrociano i progetti e i piani di investimenti previsti dal Piano nazionale? Quale idea dell’Umbria di domani si ricava? Quale progetto, più di altri, merita di essere considerato strategico e prioritario? Cosa manca o è stato trascurato?

L’Aur ha offerto alla realizzazione del Piano umbro un importante contributo dal punto di vista dell’analisi, delle stime e dell’elaborazione degli scenari possibili. L’Umbria era in crisi anche prima del covid, che ne ha solo aggravato le condizioni. Per la regione, dunque, intercettare al meglio le risorse europee, è un’occasione unica per rilanciarsi. Proprio sul sito dell’Aur è stato dunque lanciato una sorta di dibattito sul Piano umbro, con diversi interventi, proposte e critiche.

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