Olio extravergine d’oliva: continua l’invasione straniera in Italia

Il covid non ferma l’invasione di oli stranieri in Italia. Nell’ultimo anno siamo a +5 per cento, con più di 700 milioni di bottiglie in supermercati, discount e negozi. Lo fa sapere Coldiretti, riferendosi all’ultima indagine del mensile Il Salvagente che svela come sette miscele di oli stranieri venduti come extravergini su 15 analizzati sono risultati semplici oli di oliva vergine.

Il consumatore in questo modo paga più del doppio una bottiglia in un momento storico in cui il consumo di olio d’oliva nelle famiglie italiana è salito del 9,5 per cento, secondo l’Osservatorio Immagino, grazie al successo della dieta mediterranea, proclamata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco.

L’olio, per essere venduto come extravergine, deve superare il panel test, obbligatorio per legge dal 1991 e condotto da assaggiatori esperti. Non deve presentare effetti organolettici e deve rispettare i parametri previsti dalla normativa. Il Comitato di assaggio del Laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma che ha sottoposto alla prova organolettica i 15 oli è accreditato Accredia, riconosciuto dal Coi, il Consiglio oleicolo internazionale ed è uno dei pochi accreditati in Italia per le analisi di revisione.

Stefano Masini, responsabile Ambiente e territorio della Coldiretti, spiega come il panel test non sia una prova soggettiva: “Il Consiglio di Stato, con la sentenza del 20 novembre 2020, credo abbia detto una parola definitiva sull’attendibilità e oggettività del panel test ritenendo la prova organolettica ‘essenziale per la corretta classificazione degli oli’ e sancendo che i suoi risultati non si traducono in ‘decisioni arbitrarie’ essendo ‘governata da stringenti parametri normativi predeterminati’. Fatta questa precisazione, è doveroso intensificare i controlli e aumentare le valutazioni organolettiche per evitare che i consumatori possano essere vittime di frodi”.

In Italia, 9 famiglie su 10 consumano tutti i giorni olio extravergine d’oliva. L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio d’oliva con una media negli ultimi cinque anni di 504 milioni di chili. A seguire c’è la Spagna con 483 milioni di chili e gli Stati Uniti con 320 milioni di chili. Con la pandemia, l’82 per cento degli italiani ha cercato prodotti Made in Italy per sostenere economia e lavoro del territorio. Coldiretti consiglia di stare lontani dagli oli con prezzo troppo basso, di leggere meglio le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per cento da olive italiane, o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi e nei mercati di Campagna Amica.

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