Bes Puglia: gap di genere nel lavoro troppo alto

“La Puglia è entrata nella crisi pandemica già con evidenti fragilità sociali ed economiche, e il report che abbiamo realizzato ci dice che sono state inevitabilmente aggravate dall’emergenza sanitaria. Un dato su tutti è il seguente: un pugliese su tre è a rischio povertà e questa condizione è figlia di un mercato del lavoro dove prevalgono settori a basso valore aggiunto, una domanda poco specializzata, salari bassi e tanto precariato. Per questo insistiamo con il dire che si esce da questa crisi solo investendo su buona occupazione che aumenti soprattutto la partecipazione di donne e giovani al mercato del lavoro, rafforzando le tutele sociali, innalzando il livello di innovazione delle nostre imprese, creando condizioni di contesto che rendano attrattivo e competitivo il territorio”.

A parlare è Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, che così spiega il report ‘Il benessere in Puglia tra pandemia e resilienza’, analisi regionale dai dati del Bes Istat, realizzata con il Centro studi della Fondazione ‘Rita Maierotti’. Rapporto presentato questa mattina nella sede della Cgil Puglia di Bari, alla presenza degli assessori regionali al Welfare Rosa Barone e al Lavoro Sebastiano Leo. A curare il report la coordinatrice della ricerca per la Fondazione, Elisa Mariano, e Anna Villa, dottoranda in Ricerca sociale applicata alla Sapienza.

Mariano ha illustrato i punti principali: “I temi della salute e dell’assistenza sanitaria sono prepotentemente tornati centrali dopo anni di tagli e ridimensionamenti, per questo abbiamo voluto dedicare il primo capito alla qualità dei servizi socio-sanitari in Puglia. La sfida del futuro è tornare a crescere ma anche generare benessere, abbattere le disuguaglianze. E’ questo il fil rouge che ci ha guidati nella scelta dei domini da analizzare e che, in qualche misura, unisce i capitoli di questo report, ciascuno dei quali approfondisce la condizione della Puglia rispetto a tematiche cruciali ed importanti come, appunto, salute, qualità dei servizi, istruzione e formazione, a cui quest’anno si è aggiunto un inedito affondo sul tema del digitale, sia dal punto di vista della diffusione di infrastrutture e dotazione di device, sia da quello dell’utilizzo da parte di persone e famiglie che delle competenze digitali, e un focus sulle relazioni sociali e la partecipazione così duramente messe alla prova dalla pandemia”.

Ringraziamenti alla Cgil Puglia sono arrivati dall’assessore Rosa Barone: “Perché la politica deve partire dai dati per dare risposte concrete ai cittadini. In Puglia c’è il gap più alto d’Italia tra le percentuali di occupazione maschile e femminile. È necessario lavorare per invertire la rotta e lo stiamo facendo in sinergia con gli altri assessorati: serve coordinarsi per poter ricostruire in tutti i settori e far fronte alle conseguenze della pandemia. Nella giornata internazionale dei diritti delle donne abbiamo presentato gli obiettivi dell’agenda di genere e gli strumenti per realizzarli. Le azioni saranno orientate a promuovere interventi volti alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare e promuovere forme d’incentivazione o criteri preferenziali nell’attribuzione di incentivi alle aziende che adottino un’organizzazione del lavoro family friendly. Stiamo lavorando per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che passano anche attraverso i tempi e gli orari delle città, e per il potenziamento dei sistemi di welfare territoriali integrati e di strutture per la cura e assistenza agli anziani e degli asili nido”.

Sebastiano Leo continua: “E’ necessario continuare a lavorare sostenendo l’occupazione giovanile con programmi come Garanzia Giovani e l’alta formazione con bandi come Pass Laureati e percorsi di specializzazione come quelli erogati dai nostri ITS. A breve ci ritroveremo a fare i conti con le conseguenze della fine blocco dei licenziamenti ed è quindi importante prepararsi per offrire risposte ad una platea di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro tramite percorsi di riqualificazione e ricollocazione ma anche favorendo l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità. Lo sviluppo di queste dinamiche deve vederci tutti protagonisti ed è per questo che la collaborazione con le organizzazioni sindacali, e quindi con la Cgil, anche grazie a dossier come quello presentato oggi, continua ad essere fondamentale per costruire la Puglia di domani”.

Vediamo ora alcuni dati del rapporto. L’occupazione maschile è del 64,8 per cento contro il 72 per cento nazionale. Quella femminile crolla al 35,5 per cento, rendendo la Puglia la peggiore come gap di genere. C’è una mancata partecipazione complessiva che sfiora il 30 per cento (38,2 per cento per le donne) e supera il 29 per cento la quota dei Neet, i giovani che non stanno cercando occupazione o che non sono impegnati in percorsi di formazione. I dipendenti con busta paga sono il 17 per cento e uno su quattro di chi lavora con contratto a termine o è precario lo fa da più di cinque anni. Gli occupati sovra-istruiti sono il 24,5 per cento. Le donne con figli in età prescolare hanno un tasso di occupazione inferiore a quella senza figli. Il part time involontario per le donne, in Puglia, è al 23 per cento contro l’8 per cento maschile.

“Lo scenario descritto non è consolante e ancora non è del tutto chiaro lo shock che produrrà l’emergenza sanitaria che stiamo ancora attraversando. Penso alla fine del blocco dei licenziamenti ad esempio. Per questo motivo – conclude il segretario generale della Cgil Puglia – affidiamo ai decisori politici questo report, affinché nella programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 si tenga conto di queste criticità, e un confronto con la Regione e gli assessorati, come ricordato da Leo e Barone, è già aperto. Abbiamo la straordinaria opportunità di avere davanti una stagione che mai come in questa occasione vede l’Europa mettere a disposizione, soprattutto dei territori più arretrati, una mole ingente di risorse. Abbiamo detto che ci aspettavamo maggiore attenzione per il Sud ma quel che ci preoccupa, al di là delle percentuali promesse, è che il sistema Puglia sia in grado di saper programmare, cantierizzare, spendere. Le risorse del Pnrr non potranno essere rimodulate. Penso all’opportunità che deriva dai fondi per la transizione energetica, all’ammodernamento della Pubblica amministrazione, al potenziamento delle infrastrutture, all’innovazione. Non avremo una seconda chance e non vorremmo, già dal Bes regionale del prossimo anno, certificare attraverso i numeri il fallimento di questa fondamentale opportunità per costruire un futuro diverso per la Puglia e l’intero Paese”.

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