Cinzia Franchini, Ruote Libere: “Autotrasportatori eroi mesi fa, poi dimenticati”

Due sono le battaglie che sta portando avanti Ruote Libere, l’associazione di autotrasportatori nata meno di due anni fa e che oggi conta circa 300 – 350 iscritti. A parlarcene è Cinzia Franchini, portavoce: “Siamo intervenuti in più occasioni sulle mense nelle aree di servizio, l’escamotage che è stato creato in un secondo momento per permettere anche ai camionisti di mangiare durante la fase pandemica che stiamo tuttora vivendo. Nella prima fase, infatti, non c’era un posto dove poter fare un pasto caldo ed erano chiusi pure i servizi, che permettono a chi è in giro anche per 4-5 giorni consecutivamente di fare una doccia. Gli altri dicono: mangiate sul camion! Ma un conto è un pasto in auto una volta ogni tanto, un altro farlo tutte le volte durante la settimana”.

Poi la mensa è stata create nelle aree di servizio e qui è sorto il problema più recente: “La mensa chiusa è un grosso disagio per chi guida gli autotreni. Ci rispondono che si tratta di una scelta aziendale per risparmiare sul personale, ma nessuno pensa a noi, che solo pochi mesi fa eravamo considerati degli eroi perché garantivamo un minimo di normalità in una situazione di emergenza. E qui mi aggancio all’altro tema caldo, quello dei vaccini. Non si è pensato di inserire la categoria tra quelle che prioritariamente devono vaccinarsi. Siamo stati completamente dimenticati ed è una cosa grave considerato che andiamo in giro tutto il giorno tra magazzini, consegne fuori e dentro le case delle persone. A questo non si è pensato per niente”.

Cinzia Franchini aggiunge: “Ho letto della protesta di alcuni ristoratori che sono stati presso un’area di servizio per dire che queste sono aperte mentre loro sono chiusi. Hanno voluto verificare che il cibo non venisse servito ai tavoli, benché trattandosi di mense si può fare. Insomma, alla fine diventa una guerra tra poveri. I ristoratori non si sono chiesti come mai le aree di servizio offrano questo servizio a chi sta tutto l’anno sull’autostrada per lavoro. Mica io scelgo di andare fuori a pranzo o a cena in autogrill. Chi lo fa, è perché è l’unica soluzione per poter mangiare”.

Ruote Libere è nata grazie alla volontà di chi arrivava da esperienze passate nello stesso settore. La stessa Franchini per sei anni è stata presidente nazionale della Fita Cna: “Eravamo tutti poco contenti di come le associazioni di vecchia data facessero rappresentanza. Sentivamo forte l’esigenza che le nostre istanze venissero ascoltate davvero. Noi non vendiamo nulla, né servizi assicurativi né contabilità. Ci occupiamo semplicemente dei problemi degli autotrasportatori e di dare voce ai piccoli imprenditori. Siamo persone che vivono la propria realtà imprenditoriale in diverse regioni, anche se lo zoccolo duro si può considerare tra Emilia Romagna, Marche e Toscana”.

Una problematica che sta particolarmente a cuore della categoria è quello che si riferisce alle infiltrazioni mafiose: “Noi combattiamo l’illegalità in generale, dal taroccare il cronotachigrafo al radicamento mafioso. Quello delle infiltrazioni malavitose è un tema uscito dalle agende delle associazioni, eppure il problema c’è eccome. Quello del trasporto e della logistica è il settore di riferimento per chi ricicla, è appetibile e la mafia ci punta anche perché chi gestisce questi due comparti gestisce anche un pezzetto dell’economia nazionale. Ruote Libere significa che siamo liberi da condizionamenti mafiosi, associativi, non abbiamo colori politici e siamo liberi di fare”.

Per il 2021, l’obiettivo è “dopo il lockdown, iniziare a organizzare eventi sul territorio per farci conoscere e per crescere. Non ci interessa tanto darci una struttura per poi iniziare a vendere qualcosa, teniamo i piedi per terra e preferiamo essere piccoli, ma autonomi”.

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