Aree montane dell’Umbria: abbandono, disagi e soluzioni di un’imprenditrice socia Cia

Una lettera smuove il mondo agricolo umbro. L’imprenditrice agricole Giacomina Maltempi, dell’azienda agrituristica ‘Il Castello del Sole’, socia di Cia Umbria, ha infatti inviato una missiva alle cariche più alte dello Stato (prima il Governo Draghi, poi quello Draghi), oltre che alla governatrice umbra Donatella Tesei, mettendo in luce un grande problema: lo spopolamento delle aree montane italiane, Umbria in primis.

L’imprenditrice ha condiviso con Cia Umbria il lungo elenco di situazioni difficili e impossibili da digerire ulteriormente vissute da chi, nonostante tutto, ha deciso di non abbandonare quei luoghi. Tanti i problemi che imprenditori e cittadini delle aree montane devono fronteggiare giornalmente in Umbria: emigrazione verso le città, economia martoriata da eventi catastrofici naturali e della pandemia (sisma del 2016, ritardi nei fondi per la ricostruzione), burocrazia e incuria, strade impercorribili, isolamento digitale, assenza di un’adeguata viabilità, latitanza delle istituzioni (Comunità montane, Bonifiche territoriali e Comunanze agrarie).

“Gli affezionati del luogo – si legge nella lettera – non vogliono restare a guardare la morte del territorio, proprio ora che il turismo ha iniziato ad orientarsi verso luoghi salutari dove le persone tentano di recuperare energia e tranquillità, ma non vediamo vie d’uscita. Con la pandemia, in molti capoluoghi di comune, sono stati chiusi parzialmente gli uffici postali, luoghi di riferimento soprattutto per le persone anziane, non sufficientemente attrezzate per servizi alternativi che spesso non funzionano a causa della difficoltà di copertura di rete. Tra le valli non c’è possibilità di collegarsi facilmente ad internet e, ora che il bisogno è reso urgente dal lavoro online, il disagio è ancora più evidente. Chi, ad esempio, come me vive in un piccolo paese tra le valli del Sellanese, fa molta fatica a dare risposte immediate alle esigenze della propria attività, per la carenza di questi servizi”.

Cia Umbria è da tempo che denuncia queste situazioni e ora è venuto il momento di dare risposte concrete ai cittadini e agli agricoltori delle montagne umbre. Come? Le azioni le elenca l’imprenditrice nella sua lettera.
1) Analizzare le caratteristiche del territorio (aree agricole, boschive e artigianali, servizi presenti, esigenze abitative, densità della popolazione, occupazione, istituzioni e aziende presenti, attività culturali e sociali) attraverso schede da sottoporre all’attenzione dei Comuni montani;
2) Sostenere e incentivare, con agevolazioni e contributi mirati, occupazioni in cui i soggetti possano unirsi attraverso la formazione di cooperative sociali polivalenti e di associazioni, finalizzate a dare risposta alle esigenze del territorio e dei suoi abitanti;
3) Agevolazioni e contributi mirati per l’acquisto di terreni abbandonati e abitazioni dismesse per riportare vita e lavoro sul territorio;
4) Incentivi mirati alla messa in sicurezza del territorio (Incentivi ai comuni virtuosi che scelgono la tutela del territorio con progetti mirati al contenimento del rischio inquinamento da sostanze chimiche in agricoltura e da anidrite carbonica; incentivi agli enti che limitano i danni legati al dissesto ambientale)
5) Soluzioni al disagio dello scarso, a tratti inesistente, collegamento internet e alla difficile viabilità, sostenendo la crescita delle attività presenti sui territori montani e incentivando il turismo.

“Con forza sosteniamo l’accorato appello dei nostri agricoltori delle zone montane – dice il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini – e per questo invieremo il documento a ministri, parlamentari e segretari di partito, compreso il neo Segretario Pd, Enrico Letta, che nel suo discorso per la candidatura all’Assemblea nazionale del Partito, ha posto l’attenzione proprio sui territori montani, che rappresentano il 53% della superficie nazionale, e sulla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto. Non c’è più tempo per le riflessioni sterili, occorre costruire adesso, insieme, adeguate soluzioni ai tanti disagi, scongiurando l’abbandono totale di quei luoghi unici, di grande bellezza e valore ambientale”.

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