Cna Abruzzo: ristori retroattivi per le attività delle zone rosse

La Cna Abruzzo invoca tre misure urgenti causa covid: retroattività dei ristori statali per le zone rosse istituite autonomamente dalle Regioni, sospensione sine die delle cartelle esattoriali, accelerazione nel pagamento dei ristori da parte della Giunta, in una regione che ha il record di giorni di chiusura delle attività commerciali.

Nel frattempo si fanno i calcoli delle perdite di fatturato: -10 per cento tra 2019 e 2020 secondo il Centro studi nazionale della confederazione artigiana, che ha fatto un sondaggio su un campione di 20 mila imprese associate: si arriva a punte del 42,6 per cento nel trasporto persone, del 28,6 per cento nella ristorazione, del 70 per cento per intrattenimento e sport, del 30 per cento per la stampa, del 14 per cento per la riparazione auto, del 20,4 per cento per acconciatura ed estetica, del 28,9 per cento per scuola e servizi sociali.

Tornando ai tre provvedimenti urgenti richiesti dalla Cia, il primo riguarda l’intera area urbana Chieti-Pescara, tre centri costiere del Teramano come Roseto, Pineto e Silvi, centri dell’Aquilano e della Val Pescara. Dice la Cna: “L’attuale normativa non permette in queste situazioni l’automatica erogazione dei ristori statali: ne deriva, per le tante attività artigiane e commerciali che si sono trovate costrette alla chiusura o a subire rilevanti restrizioni, spesso dall’oggi al domani, che al danno si è aggiunta la beffa di non poter neppure contare su quei pur esigui benefici”. E ancora: “Si tratta di un vuoto normativo rilevante che il Governo Draghi dovrebbe colmare, prevedendo già nel Decreto in fase di presentazione automatismi che destinino rapidamente alle imprese colpite specifiche somme con effetto retroattivo, come chiesto anche su nostra sollecitazione dalla Cna nazionale”.

Il secondo punto è quello delle cartelle esattoriali, a cominciare da quelle riguardanti le tasse locali: “Assistiamo ad annunci di momentanea sospensione della loro riscossione da parte di singole amministrazioni comunali, che pure vanno apprezzati, ma il problema non può essere quello di continui rinvii. La riscossione va sospesa a tempo indeterminato, rimandandola alla ripresa dell’attività quando sarà senza limiti o restrizioni: le imprese non devono essere costrette a inseguire scadenze impossibili da rispettare”.

Terzo capitolo l’erogazione da parte della Regione Abruzzo dei ristori promessi: “All’8 marzo scorso – afferma dunque la Cna, sulla base di dati diffusi proprio questa mattina dal consigliere regionale Silvio Paolucci sul proprio profilo Facebook, citando fonti dell’ufficio dello stesso ente e del suo sistema informativo contabile – erano stati emessi mandati di pagamento per 11 milioni e 759mila euro, a fronte di istanze ammesse a contributo che ammontano a 23 milioni e 233mila euro, con 20.204 pratiche approvate: il tutto, per una massa di provvedimenti che, tra stanziamenti dell’estate e provvedimenti di fine anno, si attesta attorno ai 57 milioni di euro. Un bilancio largamente al di sotto delle esigenze e dei bisogni di un sistema stressato, in cui imprese e famiglie vivono una condizione difficilissima, visto che parliamo di risorse erogate per appena il 20% del totale stanziato: condizione tanto più allarmante perché in una inchiesta pubblicata questa mattina dal quotidiano Il Centro, l’Abruzzo vanta si fa per dire il più alto numero assoluto di giorni di chiusura delle attività commerciali d’Italia”.

“La Regione – conclude la nota – ha compiuto uno sforzo rilevante per quel che riguarda le somme impegnate, con stanziamenti spesso più consistenti di realtà più grandi: ma quel che non va, e su cui non si intravvede alcun cambio di passo, come oggi si usa dire, è la velocità di erogazione di queste somme, che resta troppo lenta. Un tema, questo, su cui in Consiglio regionale si sono uditi rilievi da parte delle forze politiche di opposizione e di autorevoli esponenti della maggioranza, e su cui l’insieme delle forze sociali abruzzesi si è più volte espresso”.

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