8 marzo: imprese femminili in Umbria, meglio che in Italia

In vista dell’8 marzo, Giornata internazionale della Donna, la Camera di commercio dell’Umbria ha diffuso un focus sul sistema di imprese al femminile, a disposizione di istituzioni, stakeholder e decision maker.

Si comincia con la parte relativa a tutta Italia, dove c’è una presenza piuttosto interessante di donne a capo di imprese. Al quarto trimestre del 2020, infatti, si contano 1.164.683 imprese attive, il 22 per cento del totale. Parliamo di aziende più piccole mediamente di quelle maschili, con maggiore presenza nel Mezzogiorno e più giovani. Troviamo donne a capo, in particolare, di sanità e assistenza sociale, manifattura moda, istruzione, turismo e cultura. Dal punto di vista regionale, la presenza maggiore si registra in Molise, Basilicata, Abruzzo, Umbria, Toscana, Marche e Val d’Aosta.

Prima dell’arrivo del covid, da dati di Unioncamere relativi al 31 dicembre 2019, nell’ultimo quinquennio le imprese femminili erano aumentate di più di quelle maschili: +2,9 per cento (+38.080) contro +0,3 per cento (+12.704). Stessa situazione si registrava in Umbria, poi con la pandemia c’è stata una frenata. A seguito della crisi, le imprese con a capo donne hanno più problemi di liquidità (38 per cento contro 33 per cento degli uomini), di approvvigionamento di forniture e di accesso al credito. Hanno quindi chiesto di accedere ai ristori più di quelle maschili (28 per cento contro 20 per cento), chiedono aiuto per poter accedere al credito e supporto per la digitalizzazione.

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria, spiega: “Che la crisi economica innescata dalla pandemia colpisca in Italia soprattutto le donne è un dato ormai acquisito. Gli esperti ci ripetono che tra i lavori più esposti e a rischio vi sono molte mansioni coperte più da donne, ma sulla popolazione femminile ricadono anche in gran parte gli effetti collaterali della nuove modalità di studio dei figli (didattica a distanza) e di lavoro (smartworking). Non ci coglie di sorpresa pertanto il dato diffuso da Unioncamere che conferma come anche nel mondo dell’imprenditoria l’impatto del covid abbia picchiato più duro sulle realtà a guida femminile”.

Il focus regionale dell’Umbria è aggiornata al 31 dicembre 2020. Le imprese guidate da donne sono 20.500 su un totale di 79.906, leggermente in flessione sul 2019 (20.568) e sul 2018 (20.677). Se in Italia il tasso di femminializzazione è fermo al 22 per cento, in Umbria siamo al 24.9 per cento. Negli ultimi tre anni, le imprese in rosa hanno contenuto la riduzione allo 0,9 per cento. Soprattutto grazie alle imprese di capitali, cresciute del 7,9 per cento, mentre soffrono quelle di persone (-4 per cento) e le ditte individuali (-2,2 per cento).

Tra il 2018 e il 2020 non ci sono particolari cambiamenti a livello di settori: comanda quello agricolo, con imprese agricole attive pari a 5.442. Poi c’è il commercio e al dettaglio e all’ingrosso (5.098), le altre attività di servizi si fermano a 2.136, 1.936 sono le imprese legate a servizi di alloggio e ristorazione.

Le imprenditrici umbre, al 31 dicembre 2020, sono 37.480, rappresentano il 31,1 per cento dei capitani d’impresa (120.247). Oltre la metà ha tra i 50 e 69 anni, oltre 14 mila tra 30 e 49 anni e rappresenta il 33 per cento di chi fa impresa in queste fasce d’età. Il 31 per cento ha più di 70 anni (5.155).

Andando ad analizzare le due province umbre, Perugia e Terni, scopriamo che nel Perugino c’è stata una contrazione abbastanza marcata tra il 2018 e il 2020 (hanno chiuso oltre 200 aziende in rosa, da 15.646 a 15.445). In provincia di Terni, invece, la situazione è sostanzialmente stabile (5.031 al 31 dicembre 2018, 5.055 al 31 dicembre 2020). Alla crisi, hanno reagito meglio quelle che operano nei servizi di informazione e comunicazione: a Perugia sono cresciute dell’8 per cento; a seguire, le aziende attive in sanità e assistenza sociale (+7 per cento). Nel Perugino e nel Ternano, meglio le ditte individuali, che sono le più diffuse. A Perugia, su 15.445 aziende attive, 10.578 sono individuali, a Terni sono 3.493 su 5.055. Nei tre anni analizzati, è stata comunque buona la crescita delle società di capitali: a Perugia sono cresciute del 7,3 per cento.

“Questa analisi dimostra ancora più chiaramente che ora come non mai, il tema dell’impresa femminile e del sostegno alla sua natalità, vada rimesso al centro – sottolinea il presidente Mencaroni – e su questo terreno il sistema camerale dispone di diversi asset di azione, vorrei qui
ricordare il network delle Camere di commercio europee che anche coerentemente agli orientamenti dell’Esecutivo europeo è in prima fila nella promozione dell’imprenditorialità femminile e della parità di genere con la creazione di reti, la realizzazione di programmi di mentoring e training, l’organizzazione di eventi tematici, noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Exit mobile version