Popolazione in Umbria: 2020, altro anno di decrescita demografica

La popolazione umbra, tra il 2011 e il 2019, si è ridotta di 14 mila unità, con un decremento del 2 per cento. La decrescita demografica è pari a quella degli anni Cinquanta e Sessanta, quando la regione era ai margini del processo di crescita che caratterizzava in quel periodo l’economia italiana. La dinamica demografica umbra segnalava costantemente un saldo migratorio negativo. Tra il 1951 e il 1971 i residenti diminuirono di ben 30 mila unità, con un tasso di decremento medio annuo dell’1,8 per cento.

Dai primi anni Duemila, nonostante un bilancio naturale costantemente negativo, la crescita è stata garantita da chi è arrivato dall’estero. Nel periodo 2001-2011, infatti, la popolazione in Umbria ha segnato l’incremento più elevato dal secondo dopoguerra: +60 mila unità, pari a +6,9 per cento medio annuo. Dopo il 2011, il saldo migratorio si è ridotto e, dal 2014, è diventato insufficiente per compensare il saldo naturale negativo. Nel 2020, pur non avendo ancora dati a disposizione, la decrescita dovrebbe proseguire a causa del calo della fecondità e della riduzione delle immigrazioni, ma anche della pandemia e del conseguente eccesso di mortalità. I decessi dovrebbero aumentare tra 400 e 500 unità rispetto alla media del quinquennio 2015-2019, arrivando a 10.800 casi, con le nascite che invece dovrebbero diminuire di 200 unità, scendendo a 5.300 casi. Il saldo negativo naturale sarebbe così di 5.500 unità. Con un saldo migratorio che potrebbe diminuire di oltre un quarto, e attestarsi a +1.500 unità, la perdita complessiva per il 2020 dovrebbe essere di 4 mila unità, facendo calare a fine anno la popolazione regionale a 866 mila contro i quasi 900 mila di fine 2014.

Se a metà del secolo scorso la crisi demografica umbra fu risolta grazie alla crescita economica e sociale registrata dagli anni Sessanta, la speranza è che ora possa capitare la stessa cosa.

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