Cna Ancona: 50% di professionisti senza Ordine fermi durante la pandemia

Un professionista non ordinista su due è stato costretto a fermarsi durante la crisi sanitaria e tra coloro che sono stati nelle condizioni di continuare a lavorare solo poco più del 14% lo ha potuto fare senza apportare sostanziali modifiche alla sua organizzazione, mentre il rimanente 36% l’ha dovuta cambiare in maniera profonda. Una situazione addirittura drammatica tra i professionisti che prestano servizi alla persona, attività eterogenee tra di loro, dal fotografo al cuoco, dal chinesiologo all’osteopata, bloccati dal confinamento nell’ordine del 79%.

La crisi sanitaria ha avuto per tutti un impatto sul fatturato molto pesante, con un calo nel 2020 poco al di sotto del 60% per i servizi alla persona e all’incirca del 30% per i servizi alle imprese, universo questo che raggruppa i professionisti chiamati a sbrigare gli adempimenti burocratici tipici del mondo imprenditoriale, dai tributaristi ai tecnici della sicurezza.

Negli ultimi 10 anni, a fronte dell’incremento complessivo dei liberi professionisti pari al 26,4% e di un calo del 6,3% del lavoro indipendente, è cresciuto del 57,2% il numero dei liberi professionisti non ordinisti, coloro che versano i contributi alla gestione separata dell’Inps.

Grazie all’indagine dell’Osservatorio Cna di Ancona condotta tra gli iscritti del comparto Professioni, emerge che, rispetto ai redditi derivanti dall’attività professionale non ordinista, solo il 12,5% dichiara di guadagnare oltre 100mila euro l’anno, il 17,8% tra 50 e 100mila euro, il 34,4% tra 20mila e 50mila euro, il 16,9% rimane tra 10 e 20mila euro e addirittura quasi uno su cinque (18,3%) non raggiunge i 10mila euro annui.

Tra le principali criticità pervenute alla Cna vi sono i costi fissi, dal fitto alle bollette, dai tributi ai contributi, che l’inattività ha reso difficile da onorare per il 47% dei professionisti che si dedicano ai servizi alla persona. Per quanto concerne invece i professionisti che erogano servizi alle imprese sono emersi particolari problematiche per l’allungamento dei tempi di pagamento e la mancanza di tutele.

Se a promuovere gli interventi governativi sono il 26,7% del campione preso in esame, il 55% boccia quanto fatto fino ad ora per combattere la crisi socioeconomica, con un picco del 61,1% nei servizi alla persona. Per quanto riguarda l’immediato futuro i professionisti non ordinisti si dichiarano pessimisti, a tal punto che l’82,1% si divide tra angosciati, preoccupati e smarriti.

Di fronte al quadro descritto la Cna ha chiesto alle Istituzioni competenti di:
1. dare tempestiva attuazione all’Iscro (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, vale a dire l’ammortizzatore sociale per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps), intervenendo nell’immediato con ulteriori soluzioni di sostegno al reddito;
2. incrementare le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio 2021 al fine di essere esonerati parzialmente dal pagamento dei contributi previdenziali;
3. fare chiarezza sulla definizione di professionista ex legge 4/2013 evitando differenziazioni penalizzanti con i professionisti ordinisti;
4. incrementare gli strumenti di welfare;
5. determinare l’equo compenso anche per i professionisti non organizzati in ordini e collegi, al fine di tutelare il lavoro autonomo e promuovere una sana concorrenza;
6. incrementare la detassazione delle spese per la formazione professionale, che è fondamentale per i professionisti e i loro clienti, ma non solo ha costo vivo, rappresenta anche un lucro cessante per il tempo sottratto all’attività.

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