Dal 1° gennaio del 2021 c’è un nuovo soggetto giuridico in Emilia Romagna: il Consorzio per la tutela del Lambrusco, prodotto di eccellenza. A spiegarci la genesi è il nuovo presidente, Claudio Biondi: “Avere creato questo Consorzio, dalla fusione di altri tre, significa aver unito le province di Modena e Reggio Emilia, che detengono il 90 per cento di questa denominazione. Avevamo già un direttore condiviso, nel 2019 abbiamo messo in rete l’amministrazione, nel 2020 abbiamo sottoposto i CdA all’idea di fusione, che è stata deliberata a giugno 2020 all’unanimità. Il 28 settembre dello scorso anno l’assemblea dei consorziati ha deciso di proseguire in questo percorso”.
Il Consorzio, al suo interno, ha “produttori di uva, trasformatori e imbottigliatori. Raggruppa le varie caratteristiche, otto denominazioni. Hanno aderito il Consorzio del Lambrusco di Modena, il Consorzio del Lambrusco di Reggio Emilia e il Consorzio tutela vini Reno e Bianco di Castelfranco Emilia. Il Lambrusco è l’unico in Italia che al suo interno ha vini di tante caratteristiche diverse. E per noi è un punto di forza anche per affrontare una sfida che si fa più delicata rispetto al passato. Come nuovo ente, ci presenteremo alle rassegne internazionali con voce univoca e con un unico marchio per portare al consumatore il messaggio che vogliamo comunicare. Il nuovo logo caratterizza infatti maggiormente il prodotto”. Essere uno solo significa anche che “il Lambrusco è uno soltanto, seppure con vitigni di caratteristiche diverse”.
I soci sono 70: “Ci sono grosse realtà cooperative, a loro volta composte da tanti piccoli soci conferenti, imbottigliatori importanti, ma anche piccoli produttori che hanno fatto del prodotto un’eccellenza nel mondo. E che a causa della pandemia stanno soffrendo particolarmente perché si rivolgono quasi esclusivamente al mondo Horeca”.
Tanti i progetti del Consorzio: “Prima di tutto capire dove i consorziati vogliono portare la nuova struttura. Nei prossimi giorni presenteremo il budget, l’idea è di portare ancora di più il prodotto alla conoscenza mondiale mediante percorsi di presentazione in vari Paesi (su tutti Usa e Canada). Vogliamo che la gente sappia che il Lambrusco è abbinabile non soltanto ai pasti, ma anche ad altri momenti della giornata e per altri appuntamenti”. È stato fondato, nel 2020, un Comitato giovani: “Costituito da figli di imprenditori del Consorzio. A loro il compito di mostrarci il futuro, come vedono il consumo del vino nei prossimi 20-30 anni”.
Diversi sono gli anniversari che il Consorzio, pandemia permettendo, vorrebbe festeggiare: “C’è il 60esimo del Consorzio di Modena. Pensavamo di celebrarlo in primavera, ancora non sappiamo se in presenza o da remoto. Vogliamo invitare relatori importanti a livello mondiale, non soltanto legati al mondo dei vini. Poi c’è il 50esimo anniversario del Lambrusco reggiano e il 511esimo della doc modenese, e stiamo pensando in particolare a invitare giornalisti stranieri”.
Non finiscono qui le novità: “Dal primo gennaio abbiamo un ufficio stampa interno in modo da dare spazio a tutti i consorziati e a tutte le iniziative”. Biondi dà anche una notizia: “L’enogastronomia, in provincia di Modena e Reggio Emilia, secondo un recente sondaggio ha superato il mondo dei motori come percezione in questa zona. Vuol dire che quando si pensa a questi distretti si pensa prima di tutto al cibo e al vino e poi ai motori”.
Il Consorzio di tutela ha in serbo altre sorprese: “Per aiutare il settore Horeca l’anno scorso abbiamo fatto delle degustazioni online per giornalisti esperti in tutta Europa”. Tutto fa brodo, viene da dire, in un periodo difficile come questo: “I produttori, quelli piccoli, che si rivolgevano solo alla ristorazione, hanno perso il 50-60 per cento del fatturato a causa della pandemia, è andata meglio per quelli che invece utilizzano il canale della gdo. È ripreso il consumo domestico del Lambrusco grazie allo smart working e all’impossibilità di uscire e andare nei ristoranti”. La vendemmia fa ben sperare: “Abbiamo registrato nel 2020 un 17% di giacenza, in linea con le annate precedenti. E questo ci fa ben sperare per quanto ci sarà la ripartenza nei vari canali commerciali. Il prodotto è di eccellente qualità”.
Biondi chiude precisando quale sarà il suo apporto come presidente: “Porto la mia esperienza per i tre anni in cui sono stato numero uno del Consorzio di Modena. Penso di riuscire a rivolgermi ai giovani consumatori in un mondo delle bollicine che sta andando bene. Siamo l’unica bollicina rossa frizzante italiana. E di riuscire a confrontarmi con le idee dei consorziati, oltre a offrire servizi più integrati alle imprese”.