Federbeton: bene sentenza del Tar sui combustibili alternativi in cementeria

Il Tar del Lazio ha deciso: l’impiego in cementeria di combustibili alternativi, ottenuti selezionando e recuperando rifiuti a contenuti energetico come carta o plastica, apporta un significativo beneficio ambientale. Chiude il ciclo dei rifiuti, evitando di conferire in discarica materiali che possano ancora avere una loro utilità nell’economia circolare, e consente di ridurre il ricorso a fonti fossili.

Il Tar ha accolto il ricorso dei Comitati che si opponevano alla Regione Emilia Romagna e a Buzzi Unicem sull’utilizzo di combustibili solidi secondari nell’impianto di Vernasca, autorizzato con delibera della regione. Viene inoltre confermata la legittimità del decreto Clini.

La sentenza è stata accolta con particolare favore da Federbeton, associazione confindustriale che raccoglie le aziende della filiera del cemento/calcestruzzo. “I dubbi della popolazione meritano di ricevere ascolto e risposta sul piano del confronto e della trasparenza rispetto a progetti, dati statistici, validazioni accademiche. È per questo, in ottica garantista, che in Italia gli iter autorizzativi sono così articolati e accurati. È per questo che da sempre le imprese, sui territori, promuovono attività capillari di ascolto e incontro con le comunità”, commenta il presidente di Federbeton Roberto Callieri.

La filiera delle costruzioni vede la partecipazione di aziende che da tempo hanno abbracciato la scelta della sostenibilità, investendo negli ultimi tre anni 110 milioni di euro e più in tecnologie innovative e green. Gli impianti italiani, inoltre, sono già attrezzati per aumentare l’impiego di combustibili di recupero, portando il tasso di sostituzione calorica dal 20,3 a più del 47 per cento, che poi è la media europea, senza conseguenze in termini di emissioni.

“Lo sviluppo innovativo di prodotti e processi permette, oggi, di coniugare produttività, qualità dei materiali e ambiente. È un traguardo alla nostra portata dal punto di vista tecnologico. Per raggiungerlo, ci serve tuttavia compiere un passo avanti dal punto di vista culturale, nella consapevolezza di ciascun individuo, comunità, ente pubblico. Confidiamo che la sentenza del Tar possa essere un auspicio in questo senso: solo superando, tutti insieme, gli ostacoli burocratici e i falsi miti che circondano l’uso di combustibili da recupero in cementeria, l’industria italiana sarà in grado di esprimere appieno il proprio contributo in tema di economia circolare. Avvicinando così l’Italia agli obiettivi europei e al traguardo della decarbonizzazione”, conclude Callieri.

Exit mobile version