Distefano (Associazione Partite Iva): “Macerie dopo il covid, Stato ponga condizioni per rinascimento”

“Situazione drammatica” per le partite Iva italiane. A dirlo è Angelo Di Stefano, coordinatore nazionale dell’Associazione Partite Iva Insieme per Cambiare. “A parte i consumi natalizi, che sono stati veramente bassi, ci sono stati nel 2020 cali a due cifre dovuti alla mancanza di soldi da parte della gente che quindi non ha potuto acquistare. Calcolando tutto l’anno passato, quindi anche i due-tre mesi prima del lockdown, ci sono state perdite dal 30 all’80 per cento. La ristorazione ha lasciato sul terreno il 50 per cento, l’abbigliamento il 40 per cento, il commercio il 30 per cento, il settore alberghiero è arrivato appunto all’80 per cento di perdite. Purtroppo, da questa situazione è dura uscirne perché non si investe, non si vede una luce, un futuro, dunque si contraggono anche le attività più strutturate. Stiamo guardando con attenzione il piano vaccinale, come procede, siamo sconfortati dalla situazione politica”.

Se storicamente sono 80 mila le partite Iva che chiudono ogni anno, nella stagione del covid sono state 380 mila quelle che hanno dovuto chiudere la saracinesca: “Si può quindi dire che 300 mila sono dovute alla pandemia su un totale nazionale di 4,7 – 5 milioni di partite Iva in Italia”.

Cosa chiedete al Governo? “Ahimé, loro litigano e la popolazione soffre. Si attendono i ristori, ma noi in realtà vorremmo indennizzi. Chiediamo una prospettiva. L’Italia è il Paese con più partite Iva in Europa perché è lo Stato strutturato con tante piccole imprese di qualità e che portano avanti il Made in Italy. Chiediamo all’esecutivo lungimiranza, di stabilire nuovi canoni, veri e propri piani rivoluzionari, una sorta di piano Marshall perché il covid ha creato gli stessi danni di una guerra”. Non solo: “Chiediamo un nuovo patto tra Stato e imprese per le tasse, che siano più eque, e poi c’è il nodo banche: le aziende si troveranno con passività che saliranno in maniera esponenziale, abbiamo di una moratoria nei confronti del rating bancario. Le aziende non rientrano più nei fidi degli istituti di credito. Lo Stato ha chiuso le aziende dando solo briciole e lasciando tutti gli oneri fissi: dagli affitti alle utente, ai costi di gestione ai mutui, che sono stati solo spostati”.

Sulla rottamaziome quater, Distefano ribadisce la posizione dell’Associazione: “Viviamo nel Paese delle favole. Un anno fa la politica ci parlò di evasione di sopravvivenza, l’Italia ha la più alta tassazione in Europa. E che succede? In un momento simile, partono milioni di cartelle. Ecco perché siamo su Scherzi a parte. Il sistema non regge, le aziende non ce la fanno a pagare tutte queste tasse. Purtroppo, sull’evasione, si combatte il piccolo e poi si lascia fare a multinazionali e big company”.

Le proposte: “Abbiamo fatto anche una petizione per l’azzeramento dei debiti. Bisogna ripartire e rilanciare. Lo Stato ha sulla pancia crediti inesigibili. E’ ora che ne prenda atto, è inutile tenere simili zavorre che non fanno bene né all’economia del Paese né all’imprenditore. Tanto si sa che questi soldi non saranno mai incassati dall’Erario. Si potrebbe istituire una premialità per chi ha sempre pagato tutto regolarmente, ma senza dare la colpa a chi non ce l’ha fatta. Bisogna creare le condizioni giuste per la rinascita, per un risorgimento”.

Secondo Distefano la vita regolare non tornerà: “Ci sono stati cambiamenti irreversibili in questa lunga fase. Aziende stanno cercando di capire come proiettarsi sul mercato, ma sono cambiati i consumi e l’atteggiamento. Rimarranno tante macerie, tante aziende chiuderanno, ci sarà il problema dell’occupazione. Dall’inizio della pandemia, si è perso mezzo milioni di posti di lavoro”.

L’Associazione Insieme per Cambiare il prossimo 10 marzo parteciperà, a Roma, allo sciopero nazionale delle partite Iva: “Chiediamo un incontro al premier, vogliamo un tavolo in cui pensare al futuro delle nostre imprese”.

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