Fipe Confcommercio Umbria: aderisce alla campagna nazionale ‘Basta!’

Romano Cardinali

“Siamo costretti a tenere le serrande abbassate, pur cercando di mantenere in funzione le nostre cucine per il servizio di vendita per asporto e le consegno a domicilio. Ma non intendiamo passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario, vogliamo dire Basta! al caos normativo di questi ultimi mesi che ci sta mettendo in ginocchio. E lo faremo coinvolgendo i nostri clienti che sono la nostra più preziosa risorsa”.

Lo fa sapere Romano Cardinali, presidente della Fipe Confcommercio Umbria, che commenta in questo modo il sostegno dell’associazione umbra alla mobilitazione nazionale dei pubblici esercizi, iniziata ieri e che proseguirà durante tutte le festività.

Decine di migliaia di locali, da nord a sud dello Stivale, esporranno il cartello di protesta contro il Governo per dire ‘Basta!’ . Cartelli e locandine si possono scaricare sul sito della Confcommercio Umbria, https://bit.ly/3mGNQdH.

“Abbiamo invitato i nostri imprenditori umbri ad aderire alla mobilitazione”, aggiunge il presidente di Fipe Confcommercio, “a scaricare cartelli e locandine, ad affiggerli sulle vetrina dei locali perché tutti possano vederli. A fotografarli e pubblicare le foto sui profili social, utilizzando gli hashtag: #basta, #fipeconfcommercioumbria, #confcommerciocè, perché anche i nostri clienti possano sostenere la nostra legittima protesta”.

“Da febbraio scorso, abbiamo contato 22 DPCM a cui si sommano le ordinanze regionali, 36 Decreti Legge, almeno 160 giorni di chiusura; soprattutto una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato. Per questo c’è tanta rabbia ed esasperazione. Allora, diciamo Basta! ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori. Noi vogliamo lavorare e siamo in grado di lavorare in sicurezza. Ai nostri clienti chiediamo di esserci vicino e continuare a sceglierci, sebbene nelle diverse modalità che possiamo concederci”.

“Al governo – conclude Cardinali – abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, la chiarezza sui tempi di riapertura, una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione”.

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