Agricoltura sociale: progetto Erasmus, Cia Umbria coordinatrice

Matteo Bartolini, CIa Umbria

Le ‘big five’ d’Europa a confronto, per il 4° progetto Erasmus sull’agricoltura sociale che vede Cia-Agricoltori Italiani Umbria nel ruolo di coordinatore. Approvato dall’Agenzia nazionale italiana INAPP, il progetto “Social Farm Activities for Rural Management Services” prevede partenariati strategici con l’Università degli Studi di Perugia (Prof.ssa Bianca Maria Torquati DSA3), l’Università di Canakkale (Turchia), OnProject (Spagna), ChanceB (Austria) e Federatie Landbouw en Zorg (Olanda), con l’obiettivo di creare, entro i prossimi due anni, una piattaforma on line per la formazione altamente specializzata di imprenditori agricoli attivi nel sociale e per gli stessi operatori sociali, con accesso gratuito, in tutta Europa.

Il primo incontro si è svolto via web lo scorso 11 dicembre 2020, e ha messo in luce punti comuni e differenze in tema di agricoltura sociale tra i partner del progetto, un confronto tra le migliori realtà imprenditoriali e le più capaci organizzazioni gestionali oggi attive nel vecchio continente: Olanda, Austria, Spagna, Turchia e, non da ultima l’Italia, al fine di creare la migliore offerta formativa possibile, a livello europeo.

“Da questo incontro – spiega Massimo Canalicchio, project manager Cia Umbria – è emerso che il sistema italiano e quello spagnolo sono simili fra loro per il livello di inclusione sociale: l’Italia ha però una legge in più, la 141/2015, dedicata all’agricoltura sociale, che si integra con la legge sulla cooperative sociale di tipo A e B, in un range specifico che riguarda l’agricoltura e che quindi facilita l’ingresso di nuovi operatori dando un indirizzo d’azione preciso. D’altro canto, in Spagna le imprese attive nel sociale giovano di sgravi fiscali maggiori rispetto a quelle italiane: la condizione di disabilità da noi viene calcolata a partire dal 45%, mentre in Spagna già dal 30%”.

Attualmente, i ‘guru’ dell’agricoltura sociale in Europa sono Olanda e Austria. L’Austria è la nazione che vanta un sistema di certificazione molto dettagliato sulle mansioni degli operatori sociali. In Olanda, invece, si è deciso di supportare le aziende agricole che hanno scopi sociali, circa 1200, con un finanziamento di 100.000 euro ciascuna. In totale, gli olandesi hanno investito 120 milioni di euro nel settore. In fondo alla lista c’è la Turchia, con buone esperienze soprattutto nelle pratiche terapeutiche con animali, da fattoria ma anche acquatici, come i delfini.

“Oggi più che mai, in tempo di distanziamento sociale dovuto alla pandemia, – ha affermato il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini – sentiamo il dovere di tenere alta la questione sociale, anche da un punto di vista agricolo. Praticando l’agricoltura sociale si hanno molteplici benefici: per la popolazione rurale, per gli agricoltori, per gli utenti che soffrono di disabilità fisiche e mentali, ma anche per la parte pubblica. I produttori guadagnano da un punto di vista esperienziale dalla condivisione di un lavoro di squadra, ma anche da un punto di vista economico diversificando la propria offerta e inserendo l’agricoltura sociale come attività multifunzionale. L’utente che vi partecipa arricchisce il suo percorso terapeutico e sociale con una serie di conoscenze offerte dai produttori agricoli a diretto contatto con la natura, e la parte pubblica ne guadagna in specializzazione e formazione, offrendo un nuovo modello di sostegno sociale e welfare non più dentro le cliniche ma all’aria aperta, grazie alla natura stessa dell’azienda agricola”.

Exit mobile version