Giornata internazionale della montagna, Fai Cisl: “Rinnovare i contratti nazionali dei forestali”

Onofrio Rota, Fai Cisl

“La Giornata Internazionale della Montagna è dedicata quest’anno alla biodiversità, è una gran bella ricorrenza per riflettere e agire in nome della tutela delle aree interne, delle sfide della sostenibilità, della valorizzazione del patrimonio ambientale, nonché sociale economico e culturale, delle zone montane. Ma soprattutto, è un’opportunità in più per dire basta alle tante chiacchiere fatte finora sul comparto idraulico forestale: le lavoratrici e i lavoratori chiedono da 8 anni il rinnovo del contratto nazionale, e non riconoscerlo è una negazione dei loro diritti ma anche una forma di autolesionismo per tutto il Paese, che ancora non riesce a strutturare vere politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico e delle conseguenze dei cambiamenti climatici. La biodiversità non si difende da sola, ma investendo sulle persone che se ne occupano”.

A dirlo, sulla sua pagina Facebook, è il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, nel commentare la Giornata internazionale della montagna, ricorrenza voluta dall’Onu.

“Come Federazione – scrive il sindacalista – vogliamo riportare l’attenzione sulla centralità del lavoro idraulico-forestale, che se ben qualificato e professionalizzato è un fattore chiave per una più equilibrata gestione delle risorse boschive e per la messa in sicurezza del territorio, sempre più vulnerabile ai fenomeni climatici estremi. Per questo va costruito un rinnovo contrattuale che a livello nazionale sappia garantire un presidio umano costante sul territorio, in grado di coniugare un uso produttivo del bosco alla tutela ambientale e al superamento delle logiche emergenziali. Come sempre, siamo pienamente disponibili al confronto, però ora servono avanzamenti più concreti”.

“Le zone montane – conclude Rota – ospitano il 30% di tutte le aree chiave della biodiversità. È montano il 35% del nostro territorio nazionale, secondo l’Istat, con 2532 comuni. Il 48,8% del territorio nazionale è gestito da comuni montani, che sono il 43,4% del totale dei comuni. La montagna è dunque un immenso patrimonio, che tocca i temi dell’economia circolare, delle filiere agroalimentari, degli impianti e delle fonti energetiche. Le stesse risorse previste dal Recovery Fund sono un’opportunità unica da valorizzare anche per gestire con lungimiranza la prevenzione del dissesto idrogeologico, la promozione della perequazione tra territori, gli investimenti sulle infrastrutture materiali e immateriali”.

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