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Gagliano (Confcommercio Salerno): “Ristori solo briciole per le nostre imprese” "Il secondo lockdown non è stato affrontato bene come il primo, abbiamo assistito a un si salvi chi può"

di Alessandro Pignatelli
11/12/2020
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“E’ un anno disgraziato questo 2020, per fortuna sta passando, speriamo che si porti via un po’ di sfortuna”. A dirlo è Giuseppe Gagliano, presidente di Confcommercio Salerno, che si sofferma sulla pandemia e sugli effetti economici di essa: “Durante il primo lockdown siamo stati messi alla prova come comunità e come territorio, ma ognuno ha fatto la sua parte e questo ha fatto la differenza. Siamo tornati in fretta operativi, tanto è vero che da metà giugno a settembre i pubblici esercizi e gli alberghi hanno lavorato, naturalmente con la domanda nazionale e senza quella internazionale. Nel secondo lockdown, invece, c’è stata troppa gente in giro: c’è stata troppa tolleranza. I negozi erano tutti aperti, anche qui da noi. Se nella prima fase è venuto fuori un senso di comunità molto forte, ora abbiamo assistito a un si salvi chi può”.

Salerno e il salernitano sono zone turistiche molto ambite: “Si è salvato il salvabile con due-tre mesi di turismo. Adesso, però, la situazione è veramente sconsolante. Siamo stati sfortunati perché quando la Campania è passata da zona rossa a zona arancione, ci si è messo il meteo, bruttissimo, quindi per strada non c’era nessuno. Le imprese sono al collasso, i ristori sono serviti quasi sempre per pagare i debiti con lo Stato, ma si tratta di briciole rispetto al danno generato dalla pandemia. Servirebbero per altre risorse per rimettere in moto tutti i settori della nostra economia”. Da albergatore qual è, Gagliano fa un po’ di conti: “Per i primi nove mesi del 2020 il turismo ha perso il 52 per cento del fatturato, qui la situazione peggiorerà sicuramente perché, da 13 anni, si svolgeva Luci d’artista, che portava un bel po’ di movimento; quest’anno non si svolgerà e perderemo sia per le strutture ricettive sia per i pubblici esercizi. La media delle perdite credo che alla fine si aggirerà tra il 55 e il 70 per cento”.

Molti bonifici del decreto Ristori sono arrivati, seppre in ritardo: “Ma il ristoro è stato calcolato su un solo mese, aprile, che è poco significativo per il fatturato. Stiamo dunque partendo dal punto sbagliato perché aprile è mese con mole di lavoro minore, se escludiamo la Pasqua. Misura più credibile sarebbe stata calcolare le perdite a livello trimestrale, ancora più ragionevole sarebbe aspettare la fine dell’anno e poi calcolare la perdita sul 2019. Il ristoro para il colpo, ma non fa ripartire le nostre imprese. Tra l’altro, le nostre aziende non possono avere accesso ai debiti a lungo termine da pagare con calma, il che porterà come conseguenza l’impossibilità di ripartire, di assumere dipendenti, di rinnovare i contratti in scadenza. Non circolando moneta, non ci sono neanche i soldi per acquistare dai fornitori. Tutto questo vuol dire non dare benzina alle imprese. Non sono nostri capricci, il Recovery Plan porterà appena tre miliardi e 100 milioni da dividere tra turismo e cultura”.

Confcommercio Salerno ha fatto e fa per le associate: “Abbiamo seguito la campagna nazionale ‘compro sotto casa perché mi sento a casa’. Noi del direttivo abbiamo inviato una lettera a tutti i dirigenti scolastici della provincia di Salerno che avevano aderito alla campagna di Amazon ‘un click per la scuola’. Non abbiamo detto non comprate su Amazon, ma ci siamo permessi di farli riflettere sugli acquisti di vicinato e sul loro valore all’interno di un territorio. Non dimentichiamo che il negozio sotto casa svolge anche un ruolo sociale, è la sentinella dei territori dove ci sono i nostri figli. Siccome i presidi hanno come compito di educare i cittadini del futuro, ci siamo permessi di ricordare loro come si possa ricreare lo spirito di comunità”.

Gagliano valuta positivamente l’introduzione del cashback: “Qui in zona gli utenti hanno scaricato l’applicazione, si sono organizzati, c’è interesse. Logicamente fa piacere anche a noi l’interesse dei consumatori per i negozi fisici. Non sarà la misura che risolleverà il settore commerciale, ma è una piccola boccata d’ossigeno. Ovviamente gli importi devono restare fruibili nei negozi fisici. Siamo soddisfatti anche perché il cashback favorisce la tracciabilità del pagamento. C’è però ancora un problema: quello delle commissioni che gli esercenti pagano sulla moneta elettronica, che sono troppo alte e migliorabili”.

La mancanza di liquidità può richiamare l’attenzione della criminalità, ma Confcommercio Salerno ha le antenne dritte: “Siamo vigili, in contatto con le forze dell’ordine e con il prefetto. Abbiamo dato l’inpout per le diverse categorie più a rischio. Al momento non abbiamo segnalazioni particolari in merito. Ci impegniamo a controllare, anche perché se le aziende sono sopravvissute al primo lockdown, se il secondo non si affronta in maniera strutturale, il problema usura non potrà che crescere. E da sommerso diventare visibile. I decreti liquidità purtroppo non hanno favorito l’accesso al credito per molte imprese perché la decisione finale è sempre stata lasciata alle banche”.

Tags: CampaniaCDEINTERVIEWConfcommercio SalernoGiuseppe Gagliano
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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