Confesercenti Alessandria scrive al prefetto: “Tavolo di crisi per il commercio”

Confesercenti Alessandria, dopo l’ultimo Dpcm da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha definito il Piemonte zona rossa, ha scritto al prefetto e ha ottenuto un incontro con Iginio Olita. A lui, Manuela Ulandi, Michela Mandrino e Gianni Malaspina – a nome della presidenza provinciale – è stata mostrata un’istantanea della situazione del commercio al dettaglio, chiedendogli di istituire un tavolo di crisi per affrontare tutte le problematiche a carico dei commercianti.

“Chiediamo al Governo, alla Regione Piemonte e alle amministrazioni comunali la necessità di sostegni adeguati, certi e veloci per tutte le attività colpite, nessuna esclusa” hanno scritto dalla presidenza provinciale di Confesercenti al termine della riunione. Avvenuta dopo più incontri tra esecutivo e parti sociali e proteste di piazza.

“Un Natale chiuso in casa con gli acquisti online e poi, a gennaio, nessun negozio sarà più aperto. Motivo per cui occorre urgentemente che venga istituita una tassa sui colossi del web, per aiutare chi si sta impoverendo. Siamo al meglio del peggio: per la categoria la situazione è complicata ed insostenibile. Ci vorrà buon senso per gestire le due emergenze, quella sanitaria e quella economica, perché un fermo dei consumi ci sarà, quindi ci vogliono degli interventi, nell’immediato, e di prospettiva, per tenere le attività in piedi, il più possibile ” : è la proposta lanciata da Confesercenti a proposito dei provvedimenti del Governo.

E ancora: “La salute pubblica è una priorità. L’impatto negativo della seconda ondata e delle misure di restrizione è diffuso e tutte le categorie stanno già subendo l’effetto negativo del DPCM anche se non citati direttamente nel provvedimento. Le imprese hanno bisogno di sostegni adeguati e rapidi: i ritardi che si sono verificati nel recente passato non devono e non possono più ripetersi. Alcune importanti misure annunciate, come quelle per i centri storici e la ristorazione, non si sono mai concretizzate, perché mancano ancora i decreti attuativi. Dobbiamo cambiare passo: il governo si è impegnato ad agire con la massima velocità. Sarà necessario un monitoraggio accurato, assieme alle associazioni di categoria, per rilevare puntualmente gli effetti dei provvedimenti sulle imprese”.

Infine: “La crescente rabbia collettiva, il disorientamento e la preoccupazione dei commercianti sul presente e futuro del loro lavoro, i problemi di sicurezza che stiamo segnalando alle Amministrazioni Comunali e ai media locali nei centri storici delle nostre città messe in campo con atti teppistici da parte di bande di giovanissimi, di balordi ed ubriachi peggiorano la vivibilità delle città sia per i cittadini sia per gli operatori che si sentono minacciati, quando non danneggiati. Ma i problemi che dobbiamo affrontare, purtroppo non finiscono qui, e dobbiamo pensare alle troppe scadenze fiscali che ci aspettano nelle prossime settimane, al rischio crescente che la malavita si insinui tra onesti imprenditori con l’usura”.

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