Confindustria Lombardia: covid-19, le otto richieste per le pmi

Lo scorso 20 marzo Confindustria ha pubblicato il documento: ‘Affrontiamo l’emergenza economica per la tutela del lavoro’. Qui si trovano le strategie per sostenere gli imprenditori durante la pandemia. Ora i presidenti Piccola industria di Confindustria Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – tre regioni colpite al cuore dal covid-19 – sperano che si arrivi quanto prima all’adozione di ciò che c’è scritto nel documento. E auspicano ulteriori misure urgenti per le pmi. Si parla addirittura di un 60 per cento di piccole e medie imprese che andranno fallite, quelle con meno di 250 addetti e/o 50 milioni di euro di fatturato.

Secondo il rapporto 2018 Cerved, le pmi in Italia danno lavoro a più di 4 milioni di persone: 2,2 nelle micro e piccole aziende, 1,9 nelle medie. Senza un intervento deciso e lungimirante, dunque, si potrebbero perdere anche più di 2 milioni e mezzo di posti di lavoro.

Sono dunque arrivate nuove proposte, oltre a quelle già presentate a suo tempo da Confindustria. Riduzione temporanea delle Imposte. Riduzione progressiva, fino all’annullamento, del versamento di tutte le imposte dovute nel 2020 e 2021 (sia acconti che saldi) per tutte le imprese e persone che subiranno un impatto significativo nel bilancio aziendale o reddito personale al di sopra del 20%. Con questa azione è possibile lasciare liquidità alle aziende e alle persone con la possibilità di stimolare i consumi, gli investimenti e superare momentanee crisi.

Pagamenti della PA. Liquidazione immediata dei crediti tributari (IVA , imposte, accise) sia a livello nazionale che locale come anche tutti i crediti che le imprese vantano con la Pubblica Amministrazione che ammontano ad oltre 45 miliardi di Euro.

Sospensione fallimenti per le PMI. Sospensione di tutte le procedure fallimentari e concorsuali come anche la possibilità di presentare nuove istanze di fallimento per le PMI. In tal modo le aziende potranno lavorare in modo più sereno con la possibilità di traguardare periodi oltre i 12 mesi necessari per ristabilire le attività dopo una crisi così intensa. Si propone inoltre di estendere anche alle PMI per un periodo di tempo limitato (12-24 mesi) quanto già previsto per le Start-Up innovative del registro speciale, ovvero la non fallibilità per i primi 5 anni di esercizio.

Sospensione dalla segnalazione in Centrale Rischi per le PMI. Spesso la segnalazione in Centrale Rischi rappresenta per l’azienda l’inizio di una spirale viziosa del credito. Un’eventuale crisi finanziaria transitoria con un istituto si estende anche agli altri. Sospendere la segnalazione permette di arginare le situazioni di crisi e l’impatto sul rating.

Sospensione DURC. In attesa di definire con certezza ambiti e termini di differimento o sconto delle imposte e dei contributi andrebbe avviato un periodo di almeno 6-12 mesi di sospensione negli aggiornamenti DURC per permettere ad aziende con difficoltà nella liquidità, e quindi nei versamenti, di non perdere commesse, blocco dei pagamenti da PA e imprese private che pongono come condizione la regolarità del DURC.

Garanzia pubblica al 100% sugli affidamenti per le PMI. Estendere al 100% la garanzia pubblica sugli affidamenti e finanziamenti alle PMI attraverso i fondi di garanzia e i confidi o tramite una garanzia regionale. Ciò permetterebbe di proteggere gli istituti di credito e non fermare l’erogazione verso le PMI di nuovo credito per sostenere la liquidità.

Iper ammortamento semplificato. Semplificazione dell’iper ammortamento per gli investimenti materiali e immateriali con eventuali procedure di verifica semplificata.

Ampliamento del perimetro del cuneo fiscale. Estensione dei 100 euro di cuneo fiscale, già previsti per alcune categorie dal D.L. Cura Italia, a beneficio di tutti i lavoratori per almeno 1 anno.

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