Vendemmia in Friuli Venezia Giulia: buona, ma ridotta del 5-10%

Vigneti a Barbaresco in Piemonte in una foto d'archivio senza data, 22 Giugno 2014. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Nell’ultima decade di agosto, in Friuli Venezia Giulia, è iniziata la vendemmia. Con un ritardo di circa una settimana rispetto all’anno passato. Come fa sapere il presidente di Coldiretti Michele Pavan, “Quest’anno l’appuntamento vuole simbolicamente rappresentare il rilancio di un settore pesantemente colpito dalla chiusura dei pubblici esercizi, quello della ricettività e quello della ristorazione, a causa della pandemia”.

Le prime stime sono di Marco Malison, responsabile del comparto vitivinicolo di Coldiretti Fvg: produzione in quantità ridotta del 5-10 per cento rispetto al 2019 (più forte per il Pinot Grigio), ma con uve di qualità mediamente ottima su tutto il territorio regionale. A fine agosto è partita la raccolta del Pinot nero, base spumante, che è la varietà più precoce. A seguire Pinot grigio, Chardonnay, Sauvignon, Friulano, Ribolla Gialla, Malvasia, Verduzzo e Picolit. A metà settembre sarà la volta dei rossi, a cominciare dal Merlot, poi Cabernet franc, Refosco, Cabernet Sauvignon, Pignolo, Schioppettino. La vendemmia terminerà nella prima decade di ottobre.

“Il clima fin qui è andato bene, l’auspicio è di un periodo soleggiato, soprattutto senza grandinate” fa sapere ancora il presidente di Coldiretti Fvg. I grappoli si presentano in ottima forma, anche grazie ai bollettini di difesa integrati diramati dal servizio fitosanitario di Ersa. Coldiretti fa sapere che però resta forte la preoccupazione per l’avanzamento di alcune patologie delle viti come la flavescenza dorata e il mal dell’esca.

Ancora Pavan: “Su questo tema auspichiamo che in futuro la Regione intensifichi i controlli sul rispetto delle misure di profilassi obbligatoria, se del caso applicando anche sanzioni a chi non le osserva fino a imporre l’estirpo coatto dei vigneti abbandonati, pericoloso bacino di diffusione delle malattie”.

Il mercato del vino è in forte ripresa, ma Coldiretti segnala il problema dello smaltimento delle giacenze accumualatesi durante il lockdown. Le misure nazionali in Friuli Venezia Giulia hanno avuto scarsi effetti. La vendemmia verde, vale a dire la distruzione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, non è stata attivata in Fvg in quanto tutto il budget comunitario era già stato impegnato per investimenti e ristrutturazione vigneti. La distillazione di crisi si è rivelata di difficile attuazione a causa dei prezzi di ritiro troppo bassi, ma soprattutto per la mancanza sul territorio di distillerie capaci di ottenere le gradazioni richieste dai bandi.

Per contrastare il problema è garantire l’equilibrio del mercato di vino di qualità e delle uve da cui deriva è necessario il contenimento delle rese di produzione nella prossima vendemmia. Alcuni Consorzi di tutela, sull’argomento, si sono attivati e il Governo ha approvato un regime di aiuto per chi si impegna a ridurre la produzione di almeno il 15 per cento rispetto alla media storica aziendale.

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