Lockdown: consumatore di nuovo amante del negozio sotto casa

Il lockdown ha fatto riscoprire agli umbri la buona cucina in casa e il negozio vicino all’abitazione, tornando ad ascoltare il professionista dietro il banco nel suo ruolo di consulente alimentare. Nuove sfide attendono però i negozi di prossimità e, sulla scorta di questa esigenza, è nata l’indagine di Fida e Federcarni Umbria, le associazioni maggiormente rappresentative del settore alimentare aderenti a Confcommercio.

I presidenti di Fida e Federcarni, Samuele Tognaccioli e Lucio Tabarrini hanno indicato quattro punti fermi per i negozianti: avere sempre un ricco assortimento di prodotti accuratamente selezionati, un’esposizione al banco alimentare importante per qualità e quantità, continuare a osare, ossia alzare l’asticella nella cura degli allestimenti, banco, divise; continuare a praticare la politica più giusta dei prezzi, puntare sulla professionalità, ossia essere consulenti sulla scelta dei prodotti, sulla loro cottura e conservazione.

Per acquisire clientela che possa durare nel tempo, molti imprenditori nel sondaggio hanno fatto sapere di voler valorizzare prodotti stagionali e di nicchia. Alcuni sono intenti a lavorare per sviluppare filiere locali come valore aggiunto per i consumatori. Per quel che riguarda i servizi, continua a essere richiesta la consegna a domicilio. E i social media sono diventati fondamentali per raggiungere praticamente chiunque, accanto ai canali d’informazione più tradizionali.

Il consumatore ha premiato il cibo più sano, come frutta e verdura di stagione. E ha apprezzato le chiusure domenicali dei negozi. Durante il lockdown è rifiorita la spesa più articolata a scapito di quella giornaliera. È quasi del tutto scomparsa la spesa d’impulso: i clienti si presentano al banco con liste precise.

Tra i 20 e i 40 anni, disponibilità di tempo e spesso la necessità di fare la spesa per nonni e genitori hanno avvicinato i consumatori ai negozi alimentari sotto casa. Il cliente a questi chiede in particolare la genuinità del prodotto. Tra i 40 e i 55 anni troviamo il consumatore più attento, disposto a spendere di più per la qualità. Tra i 55 e i 75 anni, invece, c’è stata una riduzione della clientela. Chi fa la spesa in questa fascia sta maggiormente attento al prezzo.

Fida e Federcarni Confcommercio commentano: “I dati che emergono dalla nostra indagine ci dicono dove siamo arrivati, ma non ancora dove stiamo andando. L’orizzonte è in movimento costante e ancora troppe le variabili in gioco, non ultime proprio quelle assolutamente determinanti relative alla diffusione della pandemia. Finora abbiamo risposto all’emergenza con le armi della nostra professionalità. Dobbiamo continuare a monitorare attentamente l’andamento del mercato per essere in grado di rispondere sempre e con la massima efficacia alle esigenze del consumatore, che vediamo in costante evoluzione sotto il nostro sguardo”.

Exit mobile version