Scuola in Lombardia: Cgil, 20 mila cattedre scoperte

Sono quasi 20 mila le cattedre scoperte in Lombardia dopo la pubblicazione dei trasferimenti del personale docente. Il prossimo anno scolastico, a giudizio della Cgil Lombardia, inizia già con questo enorme problema. Le immissioni in ruolo che verranno assegnate alla Lombardia, di nuovo, non saranno soddisfatte a causa di carenza di candidati nelle graduatorie o per esaurimento delle stesse.

L’anno passato, su 11.335 possibili immissioni in ruolo in regione, ne fu assegnato solo il 30 per cento. E per il 2020/2021 la situazione è ancora peggiore. Non è stato infatti predisposto alcun concorso per poter avere in tempo nuove graduatorie con nuovi candidati, nemmeno per i precari con tre anni di servizio che dovevano accedere a un concorso straordinario che, con una procedura proposta dal sindacato stresso, dal 1° settembre avrebbero potuto occupare i posti vacanti con assegnazione del ruolo e prova finale al termine dell’anno scolastico.

Il numero delle cattedre scoperte è destinato ad aumentare per i posti che verranno ulteriormente autorizzati per le cattedre di sostegno per gli alunni disabili e per posti e cattedre orarie comunque vacanti nell’organico di fatto reale a inizio anno scolastico. La Cgil prevede un inizio di anno con 50 mila supplenti e numero destinato ad aumentare.

Non bastava il problema dell’emergenza sanitaria e di come affrontarla, insomma. Qui, sempre il sindacato critica, il ministero giorni fa ha dato le sue linee guida, finendo per scaricare su scuole e presidi la gestione dell’organizzazione della scuola. “Il rischio, se non si interverrà con un aumento di organico di docente e personale Ata (in particolare collaboratori scolastici) che possa consentire la riduzione degli alunni per classe e lo sdoppiamento delle classi in nuovi spazi ancora da reperire, è quello di una riduzione del tempo scuola per gli alunni”.

Il sindacato lombardo ribadisce infine le proprie richieste: risorse straordinarie con piano di investimenti, aumento di personale docente e Ata adeguato per riportare tutti a scuola in presenza da sempre, individuazione urgente di nuovi spazi per ridurre gli alunni nelle classi per garantire il distanziamento, investimenti strutturali per l’edilizia scolastica, prevenzione sanitaria nella scuola, assunzione dei docenti precari e loro stabilizzazione. Un piano strategico per tutta la scuola. Urge, quindi, come avvenuto per gli Esami di Stato in presenza, un protocollo nazionale sulla sicurezza e tutela della salute tra Organizzazioni Sindacali e ministero dell’Istruzione per la ripresa delle lezioni in presenza a tutela degli studenti e dei lavoratori.

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