Family Act: provvedimento in ‘rosa’, ecco cosa prevede

Il Consiglio del ministri ha varato il Family Act, che dà sostegno in particolare alle donne che sono anche mamme. Come ha detto la ministra Elena Bonetti: “Un sogno iniziato alla Leopolda. Il primo piano integrato per le politiche familiari nel nostro Paese. L’Italia riparte dalle famiglie”. Soddisfazione per il premier Giuseppe Conte: “Approvato il Family Act, per sostenere la genitorialità, contrastare la denatalità, favorire la crescita dei bambini e giovani e la conciliazione della vita familiare con il lavoro, soprattutto femminile”.

Arriva invece da Twitter la reazione del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “Assegno universale per tutti i figli, riforma dei congedi parentali, sostegno all’educazione, incentivi per promuovere l’occupazione femminile: tutto questo nel Family Act approvato dal Governo. Un grande investimenti sulle famiglie e sul futuro del nostro Paese”.

Sono otto i punti in cui si suddivide il Family Act. C’è l’assegno universale, mensile, corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno d’età di ogni figlio, fatta eccezione per figlio o figlia disabile, per i quali non c’è limite d’età. L’assegno consiste in una somma di denaro o in un credito d’imposta da utilizzare in compensazione. In caso di figli successivi al primo, l’assegno avrà una maggiorazione del venti per cento, così come in caso di figlio o figlia disabile.

Vengono potenziati i congedi parentali. Il periodo minimo è di due mesi, non cedibile all’altro genitore, per ogni figlio. È previsto un periodo di congedo obbligatorio non inferiore ai dieci giorni lavorativi per il padre lavoratore nei primi mesi di nascita del figlio; congedo garantito qualunque sia lo stato civile o di famiglia del genitore che lavora. È previsto un permesso retribuito di almeno cinque ore durante l’anno scolastico per colloqui con gli insegnanti, così come modalità flessibili nella gestione dei congedi.

Importanti sono gli incentivi al lavoro femminile. Viene introdotta un’indennità integrativa del 30 per cento della retribuzione per le mamme lavoratrici, data dall’Inps, per il periodo in cui tornano al lavoro dopo il congedo obbligatorio; la deducibilità delle spese per la baby sitter, tenendo conto dell’Isee; la modulazione graduale della retribuzione percepita dalla lavoratrice nei giorni di assenza per malattia del figlio: incentivi per i datori di lavoro che stabiliscono modalità di lavoro flessibile; i genitori con figli al di sotto dei 14 anni potranno usufruire del lavoro agile; una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per l’avvio di nuove start up femminili e l’accompagnamento per i primi due anni.

Ci sono poi altri punti fondamentali come il contributo per le rette dei nidi e materne, anche al 100 per cento, il congedo per i neo papà che sale a dieci giorni.

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