Da Industria 4.0 alla digitalizzazione di massa, una nota di Infor Ma sul post Covid-19 

“Sono stati i nuovi strumenti digitali di connessione e di lavoro collaborativo, resi possibili dai miglioramenti della rete, ad evitare la paralisi totale delle attività e delle infrastrutture critiche per le nostre economie. Tali tecnologie hanno consentito a milioni di italiani di continuare a svolgere le loro attività in telelavoro”.

E’ uno degli aspetti più evidenti della rivoluzione digitale, come ha sottolineato, in un intervento su Il Sole 24 Ore, Pedro Garcia, responsabile Minsait per l’Europa, aspetti che stanno avendo un impatto straordinario sui modelli organizzativi di imprese e professionisti, in cui mondo stanno mutando sotto la spinta dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Una rivoluzione digitale che, se fino a qualche mese era appannaggio di tutto ciò che gravitava intorno a “Industria 4.0” o al massimo al mondo delle professioni alle prese con l’impatto di nuove procedure digitali, tra cui la fatturazione elettronica, adesso è divenuta un fenomeno popolare e sta creando pubblici sempre più innamorati del web non più inteso come intrattenimento, ma come vero e proprio strumento di lavoro e di business.

In altri termini, così la pensano in Infor Ma, società marchigiana partner Zucchetti, la parola chiave protagonista di ogni tipo di attività, imprenditoriale e professionale è una sola: digitalizzazione.

Smart working, webinar, video tutorial, videconferenze, videoconsulenza on line, e così via, non sono più strumenti utilizzati da società di formazione o da grandi imprese con un elevato livello di digitalizzazione, ma fanno parte oramai del vissuto quotidiano di moltissimi lavoratori, costretti per lungo tempo a casa nei due mesi circa del lockdown.

Digitalizzazione è quindi un processo senza punto di non ritorno, un nuovo modo di vivere la propria attività e professione, e che stravolgerà il modo di produrre, la gestione dell’attività amministrativa e finanziaria di ogni società, il fare marketing presso la propria clientela affezionata e potenziale, l’erogazione di servizi con modalità innovative.

L’utilizzo dei social inoltre – che hanno rotto il muro del suono della diffidenza entrando a far parte dell’elenco degli strumenti essenziali per il lavoro – mixato con il ricorso all’uso degli smartphone per videochiamate e videoconsulenze in ogni luogo ed in ogni momento del giorno, hanno imposto un profondo ripensamento sui rigidi schemi di organizzazione aziendale e professionale.

Versatilità, contatto continuo con l’esterno, connettività che riguarda non solo operazioni all’interno dell’impresa ma soprattutto tra l’impresa ed il mondo circostante, l’importanza dei dati e degli algoritmi anche per rallentare il contagio e pianificare azioni in sicurezza: questi alcuni dei benefici immediati.

“Come tutte le crisi – conclude Garcia il suo intervento – quella attuale rappresenta anche un’opportunità per accelerare i piani di digitalizzazione e di trasformazione culturale, perché la migliore difesa contro il virus è l’informazione. Dobbiamo, infatti, anche negli ambiti gestionali che ci riguardano, sfruttare tutti gli strumenti e le tecnologie digitali disponibili per orientarci verso un modello di gestione basato sulla condivisione delle informazioni. Perché salvaguardare la competitività delle nostre aziende e uscire più forti da questa crisi è una delle leve principali a nostra disposizione per combattere il virus”.

Accelerare i processi significa anche anestetizzare uno dei mali profondi del nostro sistema-Paese, quella burocrazia che rischia di vanificare gli sforzi, anche psicologici, fatti in questi mesi di duro isolamento da parte di molti italiani.

Quella burocrazia amante delle mille carte e autorizzazioni scritte, che si autogenera attraverso procedimenti farraginosi, tempi lunghi e norme vaghe, che spesso rappresenta il vero freno alla rivoluzione digitale in corso, anche mettendo in pista alibi per non fare nulla, come ad esempio la privacy dei cittadini.

Senso di responsabilità e consapevolezza di vivere un periodo storico fondamentale, invece, dovrebbero essere le due leve da spingere per imporre una accelerazione dell’Italia che riparta on line, più veloce, snella e in grado di superare in fretta con la qualità dei servizi e dei prodotti una crisi difficile come quella attuale.

www.infor-ma.com

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