Vino umbro: c’è il rischio default

Con il prolungamento del lockdown al primo giugno per la ristorazione e con l’export bloccato, il settore vitivinicolo umbro è a rischio crack. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti Umbria sugli effetti coronavirus, nel ricordare come anche l’OIV (Organizzazione mondiale della vite e del vino) preveda un taglio del 50% del valore delle vendite di vino in Europa.

“Quasi 4 cantine italiane su 10 – afferma Albano Agabiti, presidente regionale Coldiretti- registrano un deciso calo del fatturato con l’allarme liquidità che mette a rischio anche il futuro del vino umbro”. “A pesare – precisa Agabiti – è la chiusura della ristorazione avvenuta in Italia e all’estero con un forte calo delle esportazioni, aggravato anche dalle difficoltà logistiche e dalla disinformazione”.

“Un colpo pesante quindi anche per le spedizioni di vino umbro fuori dal confine nazionale che avevano sfiorato nel 2019 – ricorda Agabiti – i 35 milioni di euro”. “Siamo impegnati nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti, ma – sottolinea Agabiti – serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino”.

“Occorre – aggiunge Agabiti – trovare risorse aggiuntive comunitarie e nazionali per finanziare ogni utile strumento per la riduzione delle giacenze e per il contenimento della produzione di vino proveniente dalla prossima vendemmia: per questo abbiamo proposto a livello europeo, nazionale e regionale un pacchetto di misure a tutela del comparto, come la distillazione volontaria e la vendemmia verde.

“Con il lockdown e il conseguente rallentamento dell’economia – afferma Roberto Berioli, produttore vitivinicolo di Magione – il nostro comparto ha subìto pesanti ripercussioni, con un calo delle vendite sia interne che estere, che risultano quasi azzerate. Altra importante fonte di reddito svanita è quella legata al turismo in cantina su cui naturalmente non possiamo più contare. I lavori in campagna con le relative spese devono comunque continuare, quindi è forte la preoccupazione per la sostenibilità economica delle nostre imprese”.

“Oltre al problema stoccaggio per la prossima vendemmia – ribadisce Paolo Montioni, produttore di vino a Montefalco – siamo di fronte a una crisi di liquidità, causata dal blocco del mercato interno, dell’enoturismo e dell’export, cui abbiamo cercato di sopperire con l’unico mezzo possibile al momento, ovvero quello delle vendite on-line”.

“Il vino rappresenta al meglio la qualità delle produzioni agricole umbre – aggiunge Montioni – basta pensare al valore espresso in termini ambientali ed economici dal nostro Sagrantino. Con il crollo dei fatturati, la situazione per piccole e medie imprese del settore si sta aggravando, considerando anche che il canale della grande distribuzione, non è ad appannaggio di molti. Un danno per tutto un territorio e anche per l’indotto che vive strettamente in simbiosi con questa produzione di eccellenza: occorrono quindi aiuti immediati sul fronte liquidità, ma anche sulla promozione”.

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