Gli imprenditori della Valnerina: “Siamo stremati dal sisma del 2016. Ora ci si aggiunge anche il coronavirus”.

Rischia di passare in seconda linea il dramma del terremoto del 2016, che ha distrutto tante attività della Valnerina. Per questo gli imprenditori del territorio hanno alzato la voce stritolati come sono anche dalla seconda disgrazia, quella del coronavirus.” Siamo stati dimenticati dal Governo che non ha tenuto in considerazione i nostri problemi”.
Nasce proprio da questo scoramento l’accorato appello degli imprenditori della Valnerina, rivolto alla politica e a tutti gli interlocutori istituzionali, per iniziativa di Confcommercio Valnerina e del Consorzio Norcia e Valnerina.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono le disposizioni del decreto Liquidità.
“Leggiamo con preoccupazione”, scrivono Alberto Allegrini e Roberto Canali, presidenti rispettivamente di Confcommercio Valnerina e del Consorzio Norcia e Valnerina, “che i prestiti erogabili con garanzie dello stato alle imprese hanno un massimale del 25% rispetto al fatturato dell’anno 2019. La scelta di questa ratio penalizza nuovamente le imprese del sisma: per il cratere, l’esercizio 2019 così come tutti gli esercizi post 2016 sono infatti esercizi di sofferenza finanziaria ed economica che ci si augura non possano più ripetersi, e non la normalità economica. Assumere a parametro di valutazione economica queste annate equivale a non riconoscere il sisma, in ultima analisi a farlo pesare due volte.
Se una ratio deve essere applicata”, chiedono Confcommercio e Consorzio, “dovrà essere relativa agli anni pre-sisma. Le imprese che erano attive alla data del 24 agosto, 30 ottobre 2016, e 18 gennaio 2017, devono poter far valere, a loro scelta, il fatturato maturato nell’esercizio 2015. E questa “ratio” dovrà essere applicata anche in tutti i futuri decreti per l’emergenza coronavirus.
La prospettiva di una crisi economica post Coronavirus riguarda tutto il mondo delle imprese italiane”, scrivono ancora Alberto Allegrini e Roberto Canali. “Per chi, come noi imprese del sisma, conviva con questa criticità già da quasi quattro anni e sia già provato dal perdurare di una situazione critica e pesantissima, l’aggravarsi della situazione economica generale nel nostro Paese rappresenta un’ulteriore ipoteca sulle prospettive di ripresa, a breve e medio termine.
Le imprese del cosiddetto “cratere” sismico versano per la maggior parte in condizioni critiche, data la sostanziale mancanza di una ricostruzione e di una ripresa delle attività economiche nelle aree maggiormente colpite dal sisma del 2016 e 2017. Stanno scommettendo tutto, e con le proprie forze, su un futuro incerto, dalle tempistiche lente e stentate; si sentono spesso abbandonate a se stesse.
Guardando i resti di quelli che, prima del 24 agosto e poi 30 ottobre del 2016, erano case, impianti produttivi, stalle, negozi, uffici, si ricava l’impressione di un vuoto temporale, un periodo inesistente tra ora e quei giorni. Niente si è mosso, tutto tace.
E ora il Coronavirus. Per molte imprese, già col fiato corto e provate da 4 anni di stenti, l’ulteriore crisi può essere letale. E le speranze delle imprese, soprattutto le piccole e medie che caratterizzano il territorio appenninico, imprese artigianali o poco più, sono legate alle speranze di ripresa di un intero territorio. Un territorio che rischia seriamente l’abbandono definitivo e lo spopolamento.
Molte imprese hanno visto contrarsi i loro fatturati anche in misura del 70-80%, hanno perso addetti e produzioni, macchinari e fabbricati. Alcune imprese hanno dovuto sospendere le loro attività o chiudere, con pesanti strascichi debitori, altre hanno delocalizzato fuori del Cratere.
Ma soprattutto è venuta a mancare la domanda interna, commerciale e turistica. Il turismo ha subito un tracollo delle presenze ancora non ben quantificabile, ma nell’ordine comunque superiore al 60-70%.
E la ricostruzione, che non parte. Con un processo di logoramento anche spirituale del tessuto sociale.
Non riconoscere la peculiarità e la gravità della situazione nel cratere ante-coronavirus rappresenta per noi l’ennesima sconfitta”.

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