Cinghiali: Coldiretti Umbria plaude alle decisioni regionali

Coldiretti Umbria accoglie con favore le iniziative di Roberto Morroni, assessore regionale all’Agricoltura, per contrastare la situazione cinghiali, problema che ha investito il mondo agricolo e contro cui l’organizzazione agricola si batte da anni. Lo scorso 19 febbraio la Regione Umbria ha adottato la delibera di riduzione dei tempi di intervento per le attività di contenimento dei danni del cinghiale: “Un primo segnale importante che recepisce il disagio e le preoccupazione degli agricoltori ormai esasperati da una situazione fuori controllo, che merita di essere gestita con decisione, senza nessun indugio”.

Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti, confessa: “Avevamo bisogno di questi primi segnali concreti per invertire la situazione; da parte nostra, proseguiremo senza sosta con azioni propositive a sostenere il lavoro della Giunta regionale per gestire ulteriormente il fenomeno e mettere in sicurezza le coltivazioni, scongiurando la chiusura di aziende e l’abbandono delle campagne”.

Ancora Agabiti: “La proliferazione senza freni dei cinghiali, infatti, mette a rischio oltre l’equilibrio di vasti ecosistemi territoriali, la stessa presenza degli agricoltori soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico. Il nostro obiettivo è quello di fare impresa producendo per i cittadini e non per gli animali selvatici nocivi”. Infine, “è ora di mettere in campo, quindi, tutte quelle misure utili a porre un argine al fenomeno, considerando che il loro numero è continuato ad aumentare negli anni”.

I cinghiali non solo compromettono il lavoro delle aziende agricole della regione, ma son diventati una minaccia pure alla sicurezza pubblica, con gli incidenti sulle strade e la presenza degli animali persino nei centri abitati, che possono causare malattie come la peste suina africana.

Coldiretti Umbria ha presentato a Morroni una serie di proposte: maggior coinvolgimento e intervento degli agricoltori negli abbattimenti, estensione del periodo di caccia con modifica del calendario venatorio da uniformare a quello delle regioni limitrofe. Ma anche necessità di una gestione più efficace delle aree naturali protette e uniformità di procedure più semplificate degli Atc in ordine agli interventi d’urgenza, fino al riconoscimento dell’indennizzo del danno integrale. Infine, la creazione di una filiera tracciata e controllata delle carni di cinghiale con valorizzazione diretta dell’attività agricola, come occasione di crescita e lavoro.

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