Terni: più del 40% dei giovani non ha un lavoro

scuola e lavoro

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Il quadro non è idilliaco, con più del 40 per cento dei giovani ternani che è disoccupato. I Servizi Statistici del Comune di Terni hanno delineato uno scenario che vede in difficoltà anche il commercio e la ristorazione nella città di San Valentino.

Al primo gennaio 2019, 8.324 erano le imprese attive con un saldo positivo di 143 unità. Il commercio si compone di 2.847 imprese, è il più corposo, ma anche quello più in difficoltà. Nel corso del 2018, infatti, si sono perse 62 aziende. In negativo pure il settore dei servizi ricettivi e della ristorazione: -21 unità. Le costruzioni si mantengono, seppur di poco, in territorio positivo (+3), bene le imprese che appartengono al settore del noleggio, agenzie di viaggio, servizi (+38).

La disoccupazione, come nel resto d’Italia, nel 2018 è stata in calo. Il tasso di disoccupazione medio annuo è del 9,8%, due punti percentuali in meno rispetto al 2017 (eravamo all’11,7%). Siccome, però, il numero degli occupati è rimasto stabile, significa che probabilmente è cresciuta la fetta di inattivi, ciò che di coloro che non hanno e non cercano un’occupazione dopo essere presumibilmente usciti dal mondo del lavoro. La quota di inattivi, a Terni, nella fascia 15-64 anni, è del 33,7%. Il tasso di disoccupazione per i maschi è pari all’8%, per le femmine al 12%, due dati più bassi rispetto a dodici mesi prima.

A preoccupare è in particolare la disoccupazione tra i giovani. Siamo al 40,9% per l’età 15-24, scende al 16,8% per la classe d’età 25-34; la quota di disoccupati over 35 anni è pari al 6,4%.

Altro dato interessante è il numero dei dichiaranti reddito, che è cresciuto. Sono 77.474 con un reddito medio di 20.621,34 euro, leggermente in calo (-1,1%). Il reddito medio dei ternani è in linea con quello nazionale e con quello dell’Umbria. Andiamo ora a vedere quante auto circolano nella provincia di Terni.

Sono 73.132 auto e 14.159 motocicli: 66 vetture e 13 motocicli ogni 100 abitanti. Il numero dei motocicli è cresciuto costantemente e da inizio secolo è raddoppiato. Il 33 per cento delle autovetture è Euro 5 ed Euro 6, la categoria meno inquinante. Le euro 4 (che hanno dunque 15 anni) sono poco meno di 22 mila. Altamente inquinanti il 10% di autovetture (7 mila) che sono antecedenti, ossia che risalgono ai primi degli anni ’90.

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