“I pazienti che vengono ricoverati in ospedale, nel reparto di Medicina interna, potranno venire dimessi anticipatamente e proseguire le cure a casa. Le patologie di cui parliamo sono scompensi cardiaci, polmoniti, infezioni delle vie urinarie. I pazienti che saranno inseriti all’interno del progetto hanno un’età già avanzata. Iniziano le cure in ospedale, nel giro di tre giorni – se rispondono bene alle terapie – vanno a casa. Dove si continuano a seguire in sicurezza”.
Com’è possibile tutto ciò? “A ognuno di loro viene fornita una specie di valigetta 24 ore. All’interno c’è un pc portatile e tutto l’occorrente per misurare le pressione, per l’elettrocardiogramma, per sapere qual è la saturazione dell’ossigeno nel sangue, il fonendoscopio digitale per sentire a distanza il rumore di polmoni e cuore. In questo modo, lo specialista può guidare, attraverso un programma che somiglia a Skype, un parente o la badante su dove e come mettere il fonendoscopio. Avremo quindi una panoramica completa del paziente: tutti i suoi parametri e la visita. Andremo in pratica a sostituire la visita che si fa solitamente la mattina in ospedale con questa, fatta direttamente a casa”.
I vantaggi sono tanti: “Attraverso internet si può parlare con il medico, sia il paziente sia i familiari. Non avviene solo una trasmissione di dati, ma c’è una vera e propria visita di telemedicina. Il paziente anziano, se sta troppi giorni in ospedale, può più facilmente contrarre un’infezione o andare incontro al delirium, ossia disorientarsi in un ambiente che non è il suo. A casa, invece, si ritrova tra cose che conosce e si evita questa possibilità”.
L’Istituto Superiore della Sanità ha già mandato una lettera d’interesse, dicendosi disposta a nominare Foligno come ospedale capofila del progetto, a cui poi potranno aggiungersi altre strutture sanitarie. Secondo le ultime notizie, la telemedicina di Patoia avrebbe ricevuto anche un finanziamento da un ente locale interessato a promuovere la cosa. “Manca davvero poco alla partenza ufficiale. Attendo soltanto l’ok formale del mio direttore sanitario per coinvolgere i distretti e i medici di famiglia”. Essendo tutto pronto, l’auspicio è davvero che possa partire presto.
Patoia chiosa: “Il progetto viene illustrato a pazienti e familiari e serve il consenso per partecipare. Se durante il collegamento via internet, il medico nota qualcosa che non va e che ci sono fattori di rischio, il paziente viene rimandato in ospedale. I criteri di dimissione anticipata sono naturalmente pre determinati. Notando livelli di miglioramento, secondo la letteratura medica, il paziente viene mandato a casa”.
Abbiamo detto all’inizio come ci siano anche risparmi in termini di costi: “Un giorno di ricovero, solo dal punto di vista alberghiero, costa 600 euro, escluse quindi le cure, i farmaci e il personale. Si tratta di una stima del ministero. Assistere il paziente in ospedale costa poi ulteriori 100 euro a notte”. La sperimentazione durerà sei mesi e coinvolgerà cento pazienti.