La Cgil di Terni ha esaminato ad Orvieto la relazione tra la crisi economica e le donne

Il tema della discussione si è imperniato sulla automaticità tra la crisi economica e le donne, che hanno più di tutti sofferto del momento negativo che si è inenscato nella provincia di Terni ed in particolare sull’Orvietano. A corroborare la tesi vi sono i dati sulle forze lavoro in provincia, che dimostrano in maniera inequivocabile l’enorme penalizzazione che le donne subiscono sul lavoro, sia in termini di occupazione che di retribuzioni.
Il titolo dell’incontro è stato “Ripartiamo da qui”, durante il quale è stato ricordato che le donne over 15 sono il 52,76% della popolazione ma rappresentano solo il 35,24% degli 85.000 occupati della provincia. La forbice poi si allarga enormemente se si guarda ai ruoli dirigenziali e di maggiore responsabilità a causa del ben noto tetto di cristallo che impedisce l’ascesa professionale.
“Non c’è dubbio che una così lunga stagione di crisi di cui non si intravede la fine accentui ulteriormente la disparità che le donne subiscono e soprattutto ne riduca l’autonomia e le possibilità di indipendenza – ha detto Susanna Camusso – fatto che può persino portare a conseguenze drammatiche sul versante della violenza subita, perché senza lavoro e quindi senza autonomia economica le donne sono molto più vulnerabili”.
A fronte di questa situazione, secondo Camusso, c’è bisogno, innanzitutto, di un grande cambiamento culturale: “Purtroppo è ancora necessario ribadire che le donne non sono oggetti, non sono proprietà di nessuno e la loro autonomia e autosufficienza va incentivata, ma per questo c’è bisogno di lavoro, c’è bisogno di restituire la possibilità di determinare il proprio futuro perché il venir meno di questa condizione imbarbarisce tutto e l’imbarbarimento delle relazioni, lo sdoganamento dell’odio, è oggi il vero problema di questo Paese”.
Exit mobile version