Mauro Casavecchia, responsabile di ricerca dell’Aur, ha fatto il punto della situazione sull’utilizzo dei Fondi europei dopo che l’Agenzia per la coesione territoriale ha pubblicato i dati di attuazione dei Programmi operativi (PO) nazionali e regionali finanziati proprio dai Fondi per il periodo 2014-2020. C’è subito una bella notizia: tutti e 51 i PO, al 31 dicembre 2019, hanno superato la soglia di spesa prevista. Non fosse successo, ci sarebbe stato il taglio delle risorse non utilizzate entro i tre anni successivi all’annualità di impegno del bilancio.
E l’Umbria? Ha soddisfatto i due Programmi operativi cofinanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e dal Fondo sociale europeo (Fse). Per una spesa complessiva di 155,3 milioni di euro, metà coperti dal bilancio comunitario, che ha quindi superato il traguardo previsto di 147,8 milioni di euro. È stata così sbloccata anche la riserva di efficacia, pari al 6 per cento degli investimenti totali.
Ma… a oggi la spesa certificata, nella regione, ha raggiunto il 23,9% del totale delle risorse stanziate per i Programmi Operativi Fesr e FSE, pari a 649,8 milioni di euro. Il resto è da spendere entro la fine del 2023 e ammonta a più di 494 milioni. In pratica, 124 milioni all’anno da certificare. L’Umbria deve inseguire un ritardo accumulato rispetto alle altre regioni italiane. Al Centro-Nord, infatti, per quanto riguarda il Fesr si è superato il 30% di spesa certificata totale, con l’Emilia Romagna che è al 43,3% e la Toscana al 40,2% (l’Umbria è al 23,2%). Per il PO Fse, invece, la media delle regioni settentrionali è al 35,2%, con il Piemonte al 50% e la Lombardia al 40,7%. L’Umbria è ferma al 25,1%.
Non bisogna però darsi al pessimismo perché, solitamente, negli ultimi anni si spende di più. L’Italia ha comunque un problema quasi strutturale a esaurire i finanziamenti europei, pur essendo il secondo Paese beneficiario dopo la Polonia per somme ricevute da Bruxelles. Intanto, stanno per entrare nel vivo i negoziati per il nuovo quadro finanziario 2021 – 2027. L’Umbria, insieme alle Marche, dovrebbe passare dal gruppo di regioni più sviluppate a quello di regioni in transizione. Una retrocessione dovuta agli indicatori economici, tutti in forte calo. Questa situazione potrebbe però portare a mettere le mani su più finanziamenti.