Ast Terni: riunione in Commissione alla Camera dei Deputati

“Ci vuole chiarezza sulla questione Ast da parte del Governo, che deve considerare la questione in un quadro europeo e mondiale”. A dirlo sono i sindacati dopo la riunione in Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, che si è riunita proprio per discutere del sito di produzione ternano. Barbara Saltamartini e Virginio Caparvi, commissario provinciale della Lega di Terni e segretario della Lega Umbria, al termine hanno annunciato l’apertura di un ciclo di incontri in commissione su Ast.

L’incontro si è tenuto anche in considerazione del momento difficile che sta passando Ast, dimostrato dal ricorso alla cassa integrazione fino a febbraio 2020. Il sito produttivo rappresenta il 37 per cento del Pil provinciale e il 63 per cento di quello comunale. Numeri importanti, che confermano quanto conti Ast sul territorio.

Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil Terni, dice: “Chiediamo una verifica sull’attuazione dell’accordo sottoscritto il 3 dicembre 2014 che si poneva due obiettivi: 2.350 occupati diretti e, a livello produttivo, un milione di tonnellate di acciaio fisso annuo. Il non raggiungimento di questi due obiettivi, anche a causa dell’importazione delle bramme dall’Indonesia, mette in discussione tutto l’accordo e la sopravvivenza di almeno una linea produttiva”.

Fim Cisl, a firma del segretario nazionale Valerio D’Alo e del segretario regionale Simone Liti, scrivono: “E’ necessario da subito verificare gli impegni sottoscritti nel piano industriale che scadrà a settembre e mantenere l’obiettivo di gettare le basi per il futuro piano industriale, in quanto oggi gli effetti delle contromisure dell’Ue per contrastare le importazioni provenienti dall’Asia e i dazi di Trump da sole non sono sufficienti senza una politica di strategia industriale nazionale ed europea, in grado di attuare altre possibili misure”.

Il segretario confederale dellUgl, Adelmo Barbarossa, e il segretario nazionale Ugl dei Metalmeccanici con delega alla siderurgia, Daniele Francescangeli, aggiungono: “La crisi della Ast di Terni, con un grande potenziale che meriterebbe una gestione più attenta a partire dall’organizzazione dal lavoro fino alla gestione delle relazioni sindacali, non deve essere inquadrata solo nell’ambito dei confini nazionali, ma nella ben più vasta crisi della siderurgia europea, di cui l’Ue ha una grande responsabilità”.

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