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Indice di competitività 2019: Umbria 184esima Graduatoria pubblicata dalla Commissione europea, mettendo a confronto le singole regioni del Vecchio Continente

di Alessandro Pignatelli
09/10/2019
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Umbria in bassa classifica nell’edizione 2019 dell’Indice di competitività, messo a punto ogni tre anni dalla Commissione europea, mettendo a confronto le singole regioni europee. Su 268 unità considerate, l’Umbria è 184esima. Svetta Stoccolma, mentre in fondo alla graduatoria ci sono le isole greche della regione del Nord Egeo.

Tante le discriminanti che vengono prese in considerazione per stilare la classifica: innovazione, governance, trasporti, infrastrutture digitali, sanità, capitale umano. In totale, sono 78 gli indicatori considerati, riuniti in 11 diversi gruppi. La Commissione per competitività utilizza questa definizione: capacità di offrire alle persone alle aziende un ambiente attrattivo e sostenibile per vivere e lavorare. Il voto massimo è 100, sfiorato non solo da Stoccolma, ma anche dall’area di Londra, da Utrecht, da alcune regioni inglesi, olandesi, tedesche, danesi e finlandesi.

La media italiana è di 42,1 punti. L’Umbria si piazza subito davanti, con 43,5. Complessivamente, la regione ottiene il livello tre, su cinque, per quanto riguarda lo stadio di sviluppo. Va un po’ meglio per il Pil pro capite, con il 152esimo posto. L’Umbria è ben sopra alla media se si considerano salute e sanità, tutti gli altri indici sono negativi (il paragone è con la media dell’Unione europea e con quella di alcune regioni considerate simili: Abruzzo, aree di Germania, Francia, Inghilterra, Belgio e Spagna). Le istituzioni fanno segnare -1,43, stabilità macroeconomica -0,57, infrastrutture -0,89, istruzione di base -0,39, istruzione superiore e apprendimento permanente -0,36, efficienza del mercato del lavoro -0,65, dimensioni del mercato -0,17, capacità di adattarsi alle nuove tecnologie -0,79, innovazione -0,45. Il dato che più si avvicina alla media Ue è quello relativo alla business sophistication (-0,01).

Spostandoci nell’analisi alle regioni considerate più simili, l’Umbria ha numeri peggiori solo per istruzione di base, istituzioni, istruzione superiore e technology readiness. Per tutti gli altri indicatori, le performance sono simili.

L’Indice di Competitività è arrivato alla sua quarta edizione. Andando a ritroso, scopriamo che l’Umbria non ha avuto peggioramenti o miglioramenti particolarmente significativi. Il rapporto 2016 (con arretramento dell’indice dello 0,08 rispetto al 2013, contro lo 0,01 del 2019) mostra che la crisi è stata sentita eccome in regione. Non solo: è netta la spaccatura tra il Nord Italia e il Sud del Paese. Se la Lombardia è infatti 145esima con 57 punti, la Calabria è 244esima con 18 punti, insieme a molte altre zone del Mezzogiorno.

Infine, vediamo come Lazio, Umbria, Marche e Toscana abbiano tutte avuto un peggioramento dal 2010 al 2016, ma nel 2019 hanno proseguito il loro arretramento (anche se di poco) soltanto Umbria e Marche, con Toscana e Lazio che hanno invece mostrato di essere in ripresa. I numeri sono ora a disposizione dei decisionmakers nazionali e locali. In Umbria dovranno essere presi molto in considerazione dai candidati alla presidenza.

Tags: CDELOCALIndice di competitivitàUmbria
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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